(1) Continuando il mio solito stato me l’ho passato insieme col mio dolce Gesù, ed ora si faceva vedere bambino, ora crocifisso, e trasformandomi in Lui mi ha detto:
(2) “Figlia mia, entra in Me, nella mia Divinità, e corri nell’eterna mia Volontà, e vi troverai la potenza creatrice come in atto di mettere fuori la macchina di tutto l’universo. In ogni cosa che creavo mettevo una relazione, un canale di grazie, un amore speciale tra la Maestà Suprema e la creatura; ma la creatura non doveva far conto di queste relazioni, di queste grazie, di questo amore, sicché avrebbe sospeso la Creazione non riconosciuta ed apprezzata, ma nel vedere la mia Umanità che tanto bene doveva apprezzare, e che per ogni cosa creata doveva aver avuto le sue relazioni con l’Eterno, riconoscerlo, amarlo, non solo per Sé ma per tutta l’umana famiglia, non guardò al torto degli altri figli, e con sommo contento distese il cielo, tappezzandolo di stelle, sapendo che quelle stelle dovevano essere tante e svariate relazioni, grazie senza numero, fiumi d’amore che dovevano correre tra la mia Umanità e l’Ente Supremo. L’Eterno mirò il cielo e ne restò contento nel vedere le immense armonie, le comunicazioni d’amore che aprì tra il cielo e la terra, perciò passò più inoltre, e con una sola parola creatrice vi creò il sole come relatore continuo del suo Essere Supremo, dotandolo di luce, di calore, mettendolo sospeso tra il cielo e la terra in atto di reggere tutto, di fecondare, riscaldare, illuminare tutto; col suo occhio di luce indagatore pare che dice a tutti: “Io sono il più perfetto predicatore dell’Essere Divino; specchiatevi in me e lo riconoscerete, è luce immensa, è amore interminabile, dà vita a tutto, non ha bisogno di nulla, nessuno lo può toccare; guardatemi bene e lo riconoscerete, io sono la sua ombra, il riverbero della sua Maestà, il relatore continuo”. Oh! quali oceani d’amore, di relazioni si aprirono tra la mia Umanità e la Maestà Suprema, sicché ogni cosa che tu vedi, fino al più piccolo fiorellino del campo, era una relazione di più tra la creatura e il Creatore, perciò era giusto che ne voleva una riconoscenza, un amore di più da parte delle creature. Io sottentrai a tutto, lo riconobbi ed adorai per tutti la potenza creatrice. Ma il mio amore verso tanta bontà non è contento, vorrei che altre creature riconoscessero, amassero ed adorassero questa potenza creatrice, e per quanto a creatura è possibile prendessero parte a queste relazioni che l’Eterno ha sparso in tutto il mondo, e a nome di tutti rendessero omaggio a quest’atto di creazione dell’Eterno; ma sai tu chi può rendere quest’omaggio? Le anime che vivono nel mio Volere, ché come entrano in Esso trovano come in atto tutti gli atti della Maestà Suprema, e trovandosi questa Volontà in tutto ed in tutti, restano moltiplicate in tutto e possono rendere onore, gloria, adorazione, amore per tutti, perciò vieni nel mio Volere, vieni insieme con Me innanzi all’Altezza Divina, a rendere per prima gli omaggi come a Creatore di tutto”.
(3) Io non so dire come sono entrata in questo Divin Volere, ma sempre insieme col mio dolce Gesù, e vedevo questa Suprema Maestà in atto di mettere fuori tutto il creato. Oh! Dio, che amore, ogni cosa creata riceveva l’impronta dell’amore, la chiave di comunicazione, il muto linguaggio di parlare eloquentemente di Dio; ma a chi? Alla creatura ingrata, ma io non so andare avanti nel dire, la mia piccola intelligenza si perdeva nel vedere le tante aperture di comunicazione, l’amore immenso che usciva da esse, la creatura che rendeva come estranei tutti questi beni. Onde insieme con Gesù, come moltiplicandoci in tutti, abbiamo adorato, ringraziato e riconosciuto a nome di tutti la potenza creatrice, e l’Eterno riceveva la gloria della Creazione.
(4) Gesù è scomparso, ed io sono ritornata in me stessa.