MaM
Messaggio del 20 marzo 1985:La preghiera che avete fatto stasera è stata breve, ma ho notato che avete pregato con sincerità di cuore. Davanti a Dio non esiste il tempo. Se pregate sinceramente per cinque minuti, questo è sufficiente per essere felici. A me non occorrono le vostre ore, oppure cento o duecento Padre Nostro, se non siete abbandonati a me. Per questo, piuttosto che cento, è meglio un solo Padre Nostro ma pregato con amore!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 12-78 Gennaio 25, 1919 La Divina Volontà è luce, e chi di Essa vive diventa luce. Gesù abita in chi vive nella Divina Volontà come lo fece nella sua Umanità.

(1) Dopo aver passato giorni amarissimi di privazione del mio dolce Gesù, della mia vita, del mio tutto, il mio povero cuore non ne poteva più; dicevo tra me: “Che dura sorte stava per me riservata, dopo tante promesse mi ha lasciato. Dov’è ora il suo amore? Ah! chi sa che non sia stata io la causa del suo abbandono, rendendomi indegna di Lui. Ah! forse quella notte in cui voleva parlare dei guai del mondo, e che avendo incominciato a dire che il cuore dell’uomo è ancora assetato di sangue e che le battaglie non sono finite, perché la sete del sangue non è ancora spenta nel cuore umano, ed io gli dissi: “Gesù, sempre di questi guai vuoi Tu dire, lasciamoli da parte, parliamo di altro”. E Lui, afflitto, fece silenzio, ah! forse si offese. Vita mia, perdonami, non lo farò più! ma vieni”. Mentre ciò dicevo ed altri spropositi, mi son sentita perdere i sensi e vedevo dentro di me il mio dolce Gesù, solo e taciturno, che camminava da un punto all’altro del mio interno, ed ora come se volesse inciampare ad un punto, ora urtare ad un altro. Io stavo tutta confusa e non ardiva dirgli niente, ma pensavo: “Chi sa quanti peccati ci sono in me che fanno urtare Gesù?” Ma Lui, tutto bontà mi guardava, ma pareva stanco e gocciolava sudore e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, povera martire, non di fede ma d’amore, martire non umana ma divina, perché il tuo più crudeli martirio è la mia privazione, cui ti mette il suggello di martire divina, perché temi e dubiti del mio amore? E poi, come posso lasciarti, Io abito in te come nella mia Umanità, e come nella mia racchiudevo tutto il mondo intero, così lo racchiudo in te; non hai visto che mentre camminavo ora urtavo ed ora inciampavo, erano i peccati, le anime cattive che incontravo, che dolore al mio cuore, è da dentro te che divido le sorte del mondo, è la tua umanità che mi fa riparo, come faceva la mia alla mia Divinità. Se la mia Divinità non avesse la mia Umanità che le facesse riparo, le povere creature non avrebbero nessun scampo, né nel tempo, né nell’eternità, e la divina giustizia guarderebbe la creatura non più come sua, che meriterebbe la conservazione, ma come nemica, che meriterebbe la distruzione. Ora la mia Umanità è gloriosa, mi è necessaria una umanità che possa dolersi, soffrire, dividere insieme con Me le pene, amare insieme con Me le anime e mettere la vita per salvarle; ho scelto te, non ne sei tu contenta? Perciò voglio dirti tutto, le mie pene, i castighi che meritano le creature, affinché a tutto tu prenda parte e faccia una sol cosa con Me. Ed è perciò pure che ti voglio nell’altezza della mia Volontà, ché dove non puoi giungere con la tua volontà, con la mia giungerai a tutto ciò che conviene all’ufficio della mia Umanità; perciò non più temere, non affliggermi con le tue pene, coi timori che possa abbandonarti. Ne ho bastante dalle altre creature; vuoi accrescere le mie pene con le tue? No, no, sii sicura, il tuo Gesù non ti lascia”.

(3) Onde dopo è ritornato di nuovo, facendosi vedere crocifisso, trasformandomi in Lui e nelle sue pene ed ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, la mia Volontà è luce, e chi di Essa vive diventa luce, e come luce facilmente entra nella mia luce purissima, e ne tiene la chiave per aprire e prendere ciò che vuole. Ma una chiave per aprire dev’essere senza ruggine né infangata, e la stessa serratura dev’essere di ferro, altrimenti la chiave non può aprire. Così l’anima, per aprire con la chiave del mio Volere, non deve mescolare la ruggine della sua volontà né l’ombra del fango delle cose terrene, così solo possiamo combinarci insieme, e lei fare ciò che vuole di Me, ed Io ciò che voglio di lei”.

(5) Dopo ciò ho visto la mia Mamma ed un mio confessore defunto ed io volevo dirgli lo stato mio, e quelli hanno detto:

(6)In questi giorni hai passato pericolo che il Signore ti sospendesse del tutto dallo stato di vittima, e noi e tutto il purgatorio, ed il cielo abbiamo pregato assai; e quanto abbiamo fatto perché il Signore ciò non facesse. Da ciò potrai comprendere come la giustizia è piena ancora di gravi castighi, perciò abbi pazienza e non ti stancare”.