(1) Continuando il mio solito stato, mi lamentavo con Gesù del mio povero stato, e Lui mi ha detto:
(2) “Figlia mia coraggio, non ti spostare in nulla, la fermezza è la virtù più grande, la fermezza produce l’eroismo, ed è quasi impossibile che non sia un gran santo; anzi, come va ripetendo i suoi atti, così va formando due sbarre, una a destra e l’altra a sinistra, che le servono di appoggio e difesa; e reiterando i suoi atti si forma in sé una sorgente di nuovo e crescente amore. La fermezza rassoda la grazia e vi mette il suggello della perseveranza finale. Il tuo Gesù non teme che le sue grazie possano restare senza effetti, e perciò a torrenti Io le verso sull’anima costante. Sicché un’anima che oggi opera e domani no, ora fa un bene, ora un altro, non c’è da sperare un gran che, non avrà nessun appoggio, ed ora sarà sbattuta ad un punto ed ora ad un altro, morirà di fame perché non terrà la sorgente della fermezza che fa sorgere l’amore; la grazia teme di versarsi, perché ne farà abuso e se ne servirà per offendermi”.