MaM
Messaggio del 25 dicembre 2008:Cari figli, oggi vi invito in modo speciale a pregare per la pace. Senza Dio non potete avere la pace ne vivere in pace. Per questo, figlioli, oggi in questo giorno di grazia aprite i vostri cuori al Re della pace affinchè nasca in voi e vi doni la sua pace e voi siate portatori della pace in questo mondo inquieto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 12-30 Dicembre 28, 1917 Gesù vuole gli atti continui della creatura, anche siano piccoli, non importa, purché c’è il moto, il germe, Lui li unisce ai suoi e li fa grandi.

(1) Continuando il mio solito stato e stando un poco sofferente, pensavo tra me: “Come sarà che non mi è dato di trovare riposo né notte né giorno; anzi, quanto più debole e sofferente, tanto più la mia mente è desta e impossibilitata a prendere riposo”. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tu non ne sai la ragione, ed Io la so ed ora te la dico a te: “La mia Umanità non ebbe riposo, e nel mio stesso sonno Io non ebbi tregua, ma intensamente lavoravo, e questo perché dovendo dar vita a tutti ed a tutto, e rifare in Me tutto, mi conveniva lavorare senza smettere un istante, e chi deve dar vita dev’essere un continuo moto ed un’atto non interrotto, sicché Io stavo in continuo atto di far uscire da Me vite di creature e di riceverle. Se Io avessi voluto riposare, quante vite non uscirebbero, quante non avendo il mio atto continuo non svilupperebbero e resterebbero appassite, quante non entrerebbero in Me, mancando l’atto di vita di chi solo può dar vita? Ora figlia mia, volendoti insieme con Me nel mio Volere, voglio il tuo atto continuo, sicché la tua mente desta è atto, il mormorio della tua preghiera è atto, i movimenti delle tue mani, i palpiti del tuo cuore, il muovere del tuo sguardo, sono atti, saranno piccoli, ma che m’importa, purché ce il moto, il germe Io lo unisco ai miei e li faccio grandi, e li do loro virtù di produrre vite. Anche i miei atti, non furono atti tutti apparentemente grandi, specie quando Io piccino gemevo, succhiavo il latte dalla mia Mamma, mi trastullavo col baciarla, carezzarla, intrecciare le mie manine alle sue; più grandetto coglievo i fiori, prendevo l’acqua ed altro, questi erano tutti atti piccoli, ma erano uniti nel mio Volere, nella mia Divinità, e ciò bastava; ed erano tanto grandi da poter creare milioni e miliardi di vite. Sicché, mentre gemevo, dai miei gemiti uscivano vite di creature; succhiavo, baciavo, carezzavo, ma erano vite che uscivano; nelle mie dita intrecciate con le mani della Mamma scorrevano le anime, e mentre coglievo i fiori e prendevo l’acqua, erano anime che uscivano dal palpito del mio increato cuore, ed entravano; il mio moto fu continuo, ecco la ragione della tua veglia. Quando veggo il tuo moto, i tuoi atti nel mio Volere, ed ora si mettono al mio fianco, ora mi scorrono nelle mie mani, ora nella mia voce, nella mia mente, nel mio cuore, Io ne faccio moto di tutti, ed a ciascuno do vita nel mio Volere, dandoli la virtù dei miei atti, e li faccio correre a salvezza e a bene di tutti”.