(1) Questa mattina il mio sempre amabile Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, ed Egli stava nelle mie braccia, ed il suo volto tanto vicino al mio, che piano piano mi baciava, come se non volesse che lo avvertissi, ma avendo ripetuto i suoi baci, io non ho potuto contenermi di ricambiarli i miei baci, ma mentre lo baciavo mi è venuto il pensiero di baciare le sue santissime labbra e provare a succhiare le amarezze che conteneva; chi sa che Gesù non ceda. Detto, fatto, l’ho baciato e mi son provata a succhiare, ma non veniva nulla, l`ho pregato che mi versasse le sue amarezze, e di nuovo e con più forza ho succhiato, ma nulla. Il mio Gesù pareva che soffriva dagli sforzi che gli facevo, e avendo ripetuto con ardore la terza volta, mi sentivo venire in me l’alito amarissimo di Gesù, ed io ho visto attraverso la gola di Gesù una cosa dura che non poteva uscire ed impediva che le amarezze che Lui conteneva uscissero fuori per versarle in me. Ed il mio afflitto Gesù, quasi piangendo, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, figlia mia, rassegnati, non vedi che durezza mi ha messo l’uomo col peccato, che m’impedisce di far parte a chi mi ama delle mie amarezze? Ah! non ti ricordi quando ti dicevo prima: “Lasciami fare, altrimenti l’uomo giungerà ad un punto di fare tanto male, da esaurire lo stesso male, da non sapere che altro male fare”. E tu non volevi che colpissi l’uomo, e l’uomo peggiorava sempre, ha radunato in sé tanto pus, che né la guerra è arrivata a far uscire questo pus; la guerra non ha atterrato l’uomo, anzi lo ha imbaldanzito di più; la rivoluzione lo farà inviperire, la miseria lo farà disperare e a darsi in braccio al delitto, e tutto questo servirà a far uscire in qualche modo il marciume che contiene l’uomo, ed allora la mia bontà, non indirettamente per mezzo delle creature, ma direttamente dal Cielo, colpirà l’uomo, e questi castighi saranno come rugiada benefica che scenderà dal Cielo, che ammazzerà l’uomo, e toccato dalla mia mano riconoscerà sé stesso, si risveglierà dal sonno della colpa e riconoscerà il suo Creatore. Perciò figlia, prega che il tutto vada a bene dell’uomo”.
(3) Gesù è rimasto con la sua amarezza, ed io afflitta perché non ho potuto sollevare Gesù, appena il suo alito amaro mi sentivo, e mi son trovata in me stessa. Però mi sentivo inquieta, le parole di Gesù mi tormentavano, innanzi alla mente vedevo il terribile avvenire, e Gesù per quietarmi è ritornato, e quasi per distrarmi mi ha detto:
(4) “Quanto amore! Quanto amore! Vedi, come soffrivo e la pena si fermava in Me, pena mia dicevo: Va’, corri, corri, va’ in cerca dell’uomo, aiutalo, e le mie pene siano la forza delle sue. Come versavo il mio sangue, dicevo ad ogni goccia: Correte, correte, salvatemi l’uomo, e se è morto dategli la vita, ma la Vita Divina, e se sfugge, corretegli dietro, circondatelo da ogni parte, confondetelo d’amore finché s’arrenda. Come si andavano formando le piaghe nel mio corpo, sotto ai flagelli, ripetevo: Piaghe mie, non vi state con Me, ma cercate l’uomo, e se lo trovate piagato dalla colpa, mettetevi come suggello per risanarlo, sicché tutto ciò che facevo e dicevo, tutto mettevo intorno all’uomo per metterlo in salvo. Anche tu, per amor mio, nulla tenere per te, ma tutto farai correre appresso all’uomo per salvarlo, ed Io ti riguarderò un altro Me stesso”.