(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena ho visto il mio sempre amabile Gesù, lo pregavo che per pietà cambiasse i decreti della Divina Giustizia, gli dicevo: “Mio Gesù, non più, il mio povero cuore si stritola nel sentire tante tragedie; Gesù, basta, sono le tue care immagini, i tuoi amati figli che gemono, piangono, si dolgono sotto il peso, quasi di mezzi infernali”.
(2) E Lui: “Ah! figlia mia, eppure tutto ciò che di terribile succede ora, non è altro che l’abbozzo del disegno; non vedi che largo giro vo segnando? Che sarà quando eseguirò il disegno? In molti punti si dirà: “Qui era la tale città, i tali edifici”. Ci saranno punti totalmente scomparsi, il tempo stringe, l’uomo è giunto fino a violentarmi che lo castigasse, voleva quasi sfidarmi, incitarmi, ed Io ho pazientato, ma tutti i tempi giungono. Non mi hanno voluto conoscere per via d’amore e di misericordia; mi conosceranno per via di giustizia. Quindi, coraggio, non ti abbattere così presto”.