(1) Dopo aver molto sofferto per le privazioni del mio sempre amabile Gesù, pare che sia venuto un poco, ma tanto sofferente che terrorizzava. Io mi sono fatto animo e mi sono avvicinata alla bocca, e avendolo baciato mi sono provata a succhiare, chissà mi riuscissi di alleggerirlo col succhiare parte delle sue amarezze. Con mia sorpresa, ciò che le altre volte non mi è riuscito di fare, ho riuscito a tirargli un poco di amarezza, ma Gesù era tanto sofferente che pareva che non se ne avvertisse, ma dopo che ciò ho fatto, come se si scuotesse, mi ha guardato e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non ne posso più, non ne posso più, la creatura ha giunto al colmo e mi riempie di tale amarezza, che la mia Giustizia stava in atto di decretare la distruzione generale, ma tu sei giunta in punto a strapparmi un poco di amarezza, così la mia Giustizia potesse temporeggiare ancora, ma i castighi si allargheranno di più. Ah! l’uomo m’incita, mi dispone a riempirlo e quasi a satollarlo di dolori e di castighi, altrimenti non si ricrederà”.
(3) Ond’io mi sono affrettata a pregarlo che si placasse, e Lui con un accento commovente, mi ha detto: “Ah! figlia mia! Ah! figlia mia”. Ed è scomparso.