(1) Trovandomi nel mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere con una funicella in mano, e con questa andava legando i cuori e li stringeva forte, forte a Sé, in modo da farli perdere il proprio sentire e farli sentire tutto Gesù. I cuori, sentendosi così stretti si dibattevano, e mentre si dibattevano si allargava il nodo che Gesù li aveva fatto, temendo che non sentendo più loro stessi, era per loro un discapito. Gesù tutto afflitto di questo agire delle anime mi ha detto:
(2) “Figlia mia, hai visto come le anime rendono vane le mie tenerezze d’amore? Io vado legando i cuori per unirli tanto con Me, per fargli perdere tutto ciò che è umano, e quelli invece di farmi fare, vedendosi rotto ciò che è umano, perdono l’aria, si affannano, si dibattono, e vogliono anche un pochino guardare loro stessi come sono, freddi, aridi, caldi. Con questo guardare loro stessi, affannarsi, dibattersi, si allarga il nodo da Me fatto e vogliono stare con Me alla larga, ma non stretti in modo da non sentire più loro stessi, questo mi affligge oltremodo e m’impediscono i miei giuochi d’amore; e non ti credere che sono le sole anime che stanno da te lontane, sono anche quelle che ti circondano; tu le farai capire bene questo dispiacere che mi danno, e che se non si fanno stringere da Me, fino a perdere il proprio sentire, non mai potrò allargare con loro le mie grazie, i miei carismi, hai capito?”
(3) Ed io: “Sì, oh! Gesù, ho capito. Poveretti, se capissero il segreto che c’è nelle tue strettezze non lo farebbero, ti farebbero fare, anzi loro stessi s’impiccolirebbero di più per farti stringere più forte il nodo”. In questo mentre io mi sono fatta piccola, piccola, Gesù mi ha stretto, ed io invece di dibattermi, mi sono fatta stringere più forte, e come mi stringeva, così sentivo la vita di Gesù e perdevo la mia. Oh! come mi sentivo felice con la vita di Gesù! potevo amare di più e giungevo a tutto ciò che voleva Gesù.