(1) Questa mattina il mio dolcissimo Gesù, quando appena si faceva vedere in atto di mettermi il dito in bocca, quasi che voleva che alzassi la voce per parlargli, dicendomi:
(2) “Fammi una cantilena d’amore, voglio distrarmi un poco da ciò che mi fanno le creature, parlami d’amore, sollevami”.
(3) Ed io: “Fammela Tu prima, che da Te imparerò a fartela io”. E Gesù mi diceva tante cose d’amore, con l’aggiungere, vogliamo giocare. Ed io: “Sì”. E pareva che prendesse una freccia dentro il suo cuore e la mandasse nel mio, io mi sentivo morire di dolore e d’amore mi contorcevo.
(4) E Gesù: “Io te l’ho fatto, falla tu a Me”.
(5) Ed io: “Non so che menarvi per fartela, me ne debbo servire della tua”. E così l’ho preso la freccia e l’ho menato dentro al suo cuore, e Gesù restava ferito e veniva meno, ed io lo sostenevo fra le mie braccia; ma chi può dire tutti gli spropositi?
(6) Ora, quando al meglio è scomparso senza neppure aiutarmi a voltare, mi sembrava che mi volesse aiutare l’angelo, ed io: “No, voglio Gesù, angelo mio chiamalo, chiamalo, altrimenti qui mi sto”. E gridavo forte: “Vieni, vieni oh! Gesù”. E Gesù pareva che venisse, l’ho vinto; bravo a Gesù! così aiutandomi a voltare mi ha detto:
(7) “Tu offendi l’angelo”.
(8) Ed io: “Non è vero, voglio tutto da Te, e poi lui lo sa, che tra tutti, io devo voler bene a Te”. Gesù ha sorriso ed è scomparso.