MaM
Messaggio del 9 ottobre 1984:Io ho voluto dare tutto per il gruppo, ma desidero che i vostri cuori siano aperti a me. Alcuni si sono abbandonati a me, ma ci sono altri che tacciono soltanto e non vogliono abbandonare i loro cuori a me. Ciascuno di voi rifletta su questo e cerchi di migliorare.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 10-14 Gennaio 19, 1911 La parola di Gesù è eterna. Gesù vuole al sacerdote intangibile dal legame dalle famiglie. Lo spirito dei sacerdoti di questi tempi: Spirito di vendetta, d’odio, d’interesse, di sangue.

(1) Sentendo le difficoltà dei sacerdoti, specie sul rompere affatto il legame dalle famiglie e che era impossibile attuarlo nel modo che diceva il benedetto Gesù, e che se fosse vero parlasse al Papa, che lui che tiene autorità potesse comandare a tutti, e venire a capo dell’opera, io stavo ridicendo al benedetto Gesù tutto questo, e mi lamentavo con Lui dicendogli: “Sommo mio amore, non avevo ragione di dirvi andate dai capi a dire queste cose, che dirle a me, ignorantella, che posso farvi?” Ed il mio sempre amabile Gesù ha detto:

(2) “Figlia mia, scrivi, non temere, Io sono con te, la mia parola è eterna, e ciò che non può giovare di qua, può giovare altrove, ciò che non si può effettuare in questi tempi, si effettuerà in altri tempi, ma così lo voglio, intangibile dal legame dalle famiglie. Ah! tu non sai qual’è lo spirito dei sacerdoti di questi tempi, non è niente dissimile dai secolari, spirito di vendetta, d’odio, d’interesse, di sangue, or, dovendo vivere insieme, se uno guadagna più dell’altro, e non lasciando a bene di tutti, chi si sentirà anteposto, chi defraudato, chi umiliato, credendosi che anche lui sarebbe buono per fare quel guadagno, e quindi le risse, i rancori, i dispiaceri, e giungerebbero anche alle mani. Te lo ha detto il tuo Gesù e basta, questo punto è necessario, è la colonna, è il fondamento, è la vita, è l’alimento di quest’opera, se potesse andare, Io non avrei insistito tanto. Poi vedi un po’ figlia mia, come sono rozzi ed ignoranti delle cose divine, Io non ho il modo loro di pensare, che vanno lambendo e strisciando dignità, Io, nel comunicarmi alle anime, non guardo alle dignità, né se sono vescovi o papi, ma guardo se sono spogliati di tutto e da tutti, guardo se in loro, tutto, tutto è amore per Me, guardo se si fanno scrupolo di rendersi padroni anche di un solo respiro, di un palpito, e trovandoli tutto amore, non guardo se sono ignoranti, abiette, povere, disprezzate e polvere. La stessa polvere la converto in oro, la trasformo in Me, le comunico tutto Me stesso, gli affido i più intimi miei segreti, le fo parte delle mie gioie e dei miei dolori, anzi, vivendo in Me in virtù dell’amore, non è maraviglia che siano a giorno della mia Volontà sulle anime e sulla mia Chiesa. Una è la vita loro con Me, uno è il Volere ed una è la luce con cui veggono la verità secondo le vedute divine e non secondo le umane, e perciò Io non lavoro a comunicarmi a queste anime, e le innalzo al di sopra di tutte le dignità”.

(3) Poi, stringendomi e baciandomi mi ha detto:

(4) “Figlia mia bella, ma bella della mia stessa bellezza, ti affliggi delle cose che dicono? Non ti affliggere, domanda al padre B., povero mio figlio, quanto ha sofferto per causa mia dai superiori, dai suoi confratelli e da altri, fino a dichiararlo scemo, incantatore, ed a farsi un dovere di penitenziarlo, e qual era il suo delitto? L’amore! Sentendo gli altri scorno della loro vita a fronte della sua, gli hanno fatto guerra e gli fanno guerra. Ah! come è costoso il delitto dell’amore! Molto costa a Me l’amore e molto costa ai miei cari figli! Ma Io l’amo assai, e per quello che ha sofferto, in premio l’ho dato Me stesso e vi dimoro in lui. Povero mio figlio, non lo lasciano libero, lo spiano dappertutto, ciò che non fanno per gli altri, chissà possano trovare materia di correggerlo e di mortificarlo, ma Io stando con lui rendo vane le loro arti, fagli coraggio, ma oh! quanto sarà terribile il giudizio che farò di questi tali che ardiscono di malmenare i miei cari figli!”