(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto, ma tanto afflitto e tanto bruciante d’amore, che smaniava e chiedeva ristoro, e gettando le sue braccia al mio collo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, dammi amore, questo è il solo ed unico ristoro per quietare le mie smanie d’amore”.
(3) Poi ha soggiunto: “Figlia, ciò che hai scritto in riguardo alle riunioni dei sacerdoti non è altro che un processo che faccio con loro, se mi daranno ascolto ebbene; se no, siccome i capi degli ecclesiastici non mi daranno ascolto, essendo anche loro legati dai lacci dell’interesse e schiavi delle miserie umane, quasi lambendole, invece di dominare sulle miserie, cioè d’interesse, di altezze ed altro, le miserie dominano loro, quindi, assordati da ciò che è umano, non sarò né capito né sentito, Io mi rivolgerò ai capi civili che più facilmente mi daranno ascolto, i quali, tra per vedere il sacerdote umiliato ed essendo questi forse un po’ più spogliati degli stessi ecclesiastici, la mia voce sarà più ascoltata, e ciò che non vogliono fare per amore, lo farò fare per necessità e per forza, e farò togliere dal governo il residuo che l’è rimasto”.
(4) Ed io: “Mio sommo ed unico bene, quale sarà il nome da dare a queste case e quali le regole?”
(5) E Lui: “Il nome sarà: Le case del risorgimento della fede; le regole, possono servirsene delle stesse regole dell’oratorio di San Filippo Neri.
(6) Poi ha soggiunto: “Di’ al padre B. che tu sarai l’organo e lui il suono per questa opera, se sarà burlato e malvoluto dagli interessati, i buoni ed i pochi veri buoni comprenderanno la necessità e la verità che lui annunzia, e si ne faranno un dovere di coscienza di mettersi all’opera, e poi, se sarà burlato, avrà l’onore di farsi più simile a Me”.