(1) Ora scrivo cose passate per obbedire, e mi spiego su queste riunioni di sacerdoti che il benedetto Gesù vuole. Avendo venuto un santo sacerdote nel mese di novembre passato, ed avendomi detto di domandare a Gesù che cosa voleva da lui, il mio sempre amabile Gesù mi disse:
(2) “La missione del sacerdote scelto da Me sarà alta e sublime, si tratta di salvarmi la parte più nobile, più sacra, quali sono i sacerdoti, resi in questi tempi il ludibrio dei popoli. Il mezzo più opportuno sarebbe formare queste case di riunione di sacerdoti per segregarli dalle famiglie, ché la famiglia uccide il sacerdote, cui lui deve promuovere, spingere, ed anche minacciare. Se mi salva questi, mi ha salvato i popoli”.
(3) Onde ebbi quattro comunicazioni da Gesù a riguardo di queste riunioni, le scrissi e le diedi a quel sacerdote, onde non lo credevo necessario ripeterle in questi miei scritti, ma l’ubbidienza vuole che le scriva, ed io ne faccio il sacrificio:
(4) 1.- Il mio adorabile Gesù mi ha detto: “La missione che darò è alta e sublime, in modo speciale per i sacerdoti. La fede nei popoli è quasi spenta, e se c’è qualche scintilla, sta come nascosta sotto la cenere; la vita dei sacerdoti ed i loro esempi non buoni, la vita quasi tutta secolaresca, e forse peggio, danno la mano a far morire questa scintilla; e che ne sarà di loro e dei popoli? Perciò l’ho chiamato, affinché s’interessi della mia causa, e con l’esempio, con la parola, con le opere e col sacrificio, ci metta un riparo. Il riparo più adatto, più opportuno ed efficace sarebbe formare le case delle riunioni dei sacerdoti secolari nei propri paesi, segregarli dalle famiglie, ché la famiglia uccide il sacerdote e fa gettare nei popoli tenebre d’interesse, tenebre di apprezzamento di cose mondane, tenebre di corruzione, insomma, le toglie tutto il lustro, lo splendore della dignità sacerdotale e lo fa diventare la favola del popolo. Io gli darò intrepidezza, coraggio e grazia se si mette all’opera”.
(5) Oltre di ciò pareva che il benedetto Gesù gli fregiava il cuore, or d’amore ed or di dolore, facendole parte delle sue pene.
(6) 2.- Continua il mio sommo ed unico bene a dirmi il bene grande che ne verrebbe alla Chiesa col formare queste case di riunione: “I buoni si faranno più buoni; gl’imperfetti, i tiepidi, i rilassati, si faranno buoni; i cattivi cattivi usciranno fuori, ed ecco crivellato e purificato il corpo dei ministri della mia Chiesa, e col restare purificata la parte più eletta, più sacra, il popolo resterà riformato”.
(7) In questo mentre, vedevo innanzi alla mia mente come dentro d’un quadro, Corato, e quindi i sacerdoti che dovevano mettersi a capo dell’opera, ma diretta dal Padre G., i sacerdoti parevano don C., D., B. e D., C., F., seguiti da altri, e pareva che dovevano mettere parte dei loro averi. Ed il mio adorabile Gesù ha soggiunto:
(8) “E’ necessario rannodare bene la cosa per non far sfuggire nessuno, e procurarli i mezzi necessari per non opprimere il popolo; ed ecco la liquida, le rendite di parrocchia, legarli a questi soli che faranno parte di queste riunioni, e questi manterranno il coro e tutti gli altri uffizi appartenenti al loro ministero. In primo susciteranno le contraddizioni e persecuzioni, ma al più fra gli stessi sacerdoti, ma subito si cambieranno le cose ed il popolo sarà con loro, ed a larghe mani li provvederanno e godranno la pace ed il frutto delle loro fatiche, perché chi è con Me, Io permetto che tutti fossero per loro”.
(9) Poi, il mio sempre amabile Gesù si ha gettato nelle mie braccia, tutto afflitto e supplicante, da intenerire le stesse pietre e ha detto:
(10) “Di’ al padre G. che lo prego, lo supplico, d’aiutare, di salvare, e di non far perire i miei figli”.
(11) 3.- Continua sullo stesso argomento il mio sempre amabile Gesù. Stando presenti i padri, vedevo il Cielo aperto ed il mio adorabile Gesù e la Celeste Mamma venivano alla volta mia, ed i santi che dal Cielo ci guardavano, ed il mio benigno Gesù ha detto:
(12) “Figlia mia, di al padre G. che vorrò l’opera assolutamente, già incominciano a muovere difficoltà, e di’ che non ci vuole altro che intrepidezza, coraggio e disinteresse, è necessario chiudere le orecchie a tutto ciò che è umano ed aprirle a ciò che è divino, altrimenti le difficoltà umane saranno quella rete che l’imbroglierà, in modo da non saperne uscire fuori, ed Io giustamente li castigherò rendendoli gli stracci dei popoli; ma se invece promettono di mettersi all’opera, Io sarò tutto per loro, e loro non saranno altro che le ombre che seguiranno l’opera da Me tanto voluta, non solo, ma avranno un’altro gran bene, perché la Chiesa, è necessario d’essere purgata e lavata con lo spargimento del sangue, perché molto, molto si é insozzata, tanto, da farmi nausea; dove si purificheranno in questo modo, Io risparmierò il sangue; che vogliono di più?”
(13) Poi, voltandosi come se guardasse un sacerdote ha soggiunto:
(14) “Io scelgo te per capo di quest’opera per aver gettato in te un germe di coraggio, e questo è un dono che ti ho dato, e questo dono non voglio che lo tenga inutile, finora lo hai sciupato in cose frivole, in sciocchezze ed in politiche, e queste ti hanno pagato con l’amareggiarti e non darti mai pace; ora basta, basta, mettete all’opera mia, metti il coraggio che ti ho dato tutto per Me, ed Io sarò tutto per te e ti pagherò col darti pace, grazia, e ti farò acquistare quella stima che hai andato pescando per l’addietro e non l’hai ottenuto, anzi, non ti darò la stima umana, ma la divina”.
(15) Poi ha detto al padre G.: “Figlio mio, coraggio, difendi la mia causa, sostieni, aiuta quei sacerdoti che veda un po’ disposti per quest’opera, prometti ogni bene a nome mio a quelli che si metteranno, minaccia quelli che suscitano contraddizioni ed intoppi. Di’ ai vescovi ed ai capi che se vogliono salvare il gregge, è questo l’unico mezzo, spetta loro salvare i pastori, ed i pastori il gregge, e se i vescovi non mettono in salvo i pastori, come mai può salvarsi il gregge?”
(16) 4.- Avendo inteso le difficoltà dei sacerdoti nel formare le case delle riunioni, pregavo il buon Gesù che se fosse volontà sua che ciò si facesse, che sciogliesse tutti gl’intoppi che impedivano sì gran bene, ed il mio adorabile Gesù nel venire mi ha detto:
(17) “Figlia mia, tutti gl’intoppi provengono ché ognuno guarda la cosa secondo le proprie condizioni e disposizioni, e naturalmente mille lacci ed intoppi se gli fanno incontro per impedirgli i passi, ma se guardassero l’opera secondo l’onore e la gloria mia, ed il solo bene delle anime loro e delle anime altrui, tutti i lacci resterebbero rotti e gl’intoppi svaniti. Eppure, se si mettono, Io sarò con loro e li proteggerò tanto, che se qualche sacerdote vorrà opporsi ed ostacolare l’opera mia, sono disposto a togliergli anche la vita”.
(18) Poi ha soggiunto tutto afflitto il mio sempre amabile Gesù: “Ahi! figlia mia, sai tu qual sia l’intoppo più insormontabile e il laccio più forte? E’ il solo interesse, l’interesse è il tarlo del sacerdote, ché lo rende legno fracido ed atto per solo bruciare nell’inferno. L’interesse rende il sacerdote lo zimbello del demonio, il ludibrio del popolo e l’idolo delle proprie famiglie, perciò il demonio metterà molti ostacoli per impedire che ciò facessero, perché si vede rotta la rete che li teneva incatenati e schiavi del suo dominio. Perciò di’ al padre G. che infonda coraggio in chi vede disposti, che non li lasci se non vede l’opera avviata, altrimenti incominceranno solo a progettare e non conchiuderanno nulla. Dica pure ai vescovi che non accettino ordinazioni d’altri, se non sono disposti a vivere segregati dalle famiglie; dille pure che molti lo derideranno facendosi beffe e screditandolo, ma lui non ne faccia conto, tutto gli sarà dolce il patire per causa mia”.