MaM
Messaggio del 9 ottobre 1986:Cari figli, voi sapete che io desidero guidarvi sulla strada della santità, però non desidero costringervi ad essere santi per forza. Io desidero che ciascuno di voi aiuti se stesso e me, per mezzo dei propri piccoli sacrifici, in modo che io vi possa guidare ad essere di giorno in giorno più vicini alla santità. Perciò, cari figli, non desidero neppure costringervi a vivere i miei messaggi, ma questo lungo tempo in cui sto con voi è segno che io vi amo immensamente e desidero che ciascuno di voi diventi santo. Grazie per aver risposto alla mia chiama

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 9-49 Ottobre 17, 1910 Per quanto amore ed unione con Gesù ha l’anima, tanto valore hanno i suoi sacrifici.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo pregando il mio amoroso Gesù per il felice passaggio d’un sacerdote, stato anni prima mio confessore, e dicevo al mio amato Gesù: “Ricordatevi quanti sacrifici ha fatto, quanto ha zelato l’onore e gloria tua, e poi, quanto non ha fatto per me? Quanto non ha sofferto? In questo punto lo dovete rendere, facendolo passare addirittura al Cielo”. E il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io non guardo tanto ai sacrifici, ma all’amore con cui si fanno ed all’unione che hanno con Me, sicché quanto più l’anima è unita con Me, tanto calcolo di più faccio dei suoi sacrifici. Sicché, se l’anima è più strettamente unita con Me, i più piccoli sacrifici Io faccio dei calcoli grandi, perché nell’unione c’è il calcolo dell’amore, ed il calcolo dell’amore è calcolo eterno che non ha termine né confine; mentre l’anima che si può sacrificare assai, e non è unita con Me, Io guardo il suo sacrificio come di persona estranea, e le do la mercede che merita, cioè limitata. Supponi un padre ed un figlio che si amano; il figlio fa dei piccoli sacrifici, il padre, per il vincolo di unione di paternità e di figliolanza, e d’amore, che è il vincolo più forte, guarda questi piccoli sacrifici come cosa grande, ne mena trionfo, si sente onorato, e dà al figlio tutte le sue ricchezze, e dedica per il figlio tutte le premure e le sue cure. Aggiungi un servo, lavora tutta la giornata, si espone al caldo, al freddo, sta a tutti i suoi ordini, se occorre veglia anche la notte a conto del padrone; e che cosa riceve? La misera mercede d’una giornata, dimodoché se non lavora tutti i giorni sarà costretto a sentire la fame. Tal’è la differenza che passa tra l’anima che possiede la mia unione e l’anima che non la possiede”.

(3) Mentre ciò diceva, mi sono sentita fuori di me stessa insieme col benedetto Gesù, e di nuovo ho detto: “Dolce amor mio, dimmi, dove si trova quell’anima?”

(4) E Gesù: “In purgatorio. Oh! se tu la vedessi in quale luce nuota, ne resteresti meravigliata”.

(5) Ed io: “Dite che sta in purgatorio e dite che nuota nella luce?”

(6) E Gesù: “Sì, si trova nuotando nella luce, perché questa luce la teneva a deposito, e nell’atto del suo morire questa luce lo ha investito e non lo lascerà mai più”.

(7) Io capivo che questa luce erano le sue opere buone fatte con purità d’intenzione.