(1) Continuando il mio solito stato, pareva che il confessore metteva l’intenzione di farmi soffrire la crocifissione. Dopo un po’ di stenti, il benigno Gesù ha concorso un poco e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, per il mondo non ne posso più, molto mi muovono a sdegno, mi strappano i flagelli dalle mani per forza”.
(3) E mentre ciò diceva, pareva una pioggia a dirotto che faceva male ai vigneti. Poi ho pregato per il confessore, che pareva presente; volevo prendergli le mani, per farlo toccare da Gesù, e pareva che Gesù lo facesse; lo pregavo che gli dicesse ciò che voleva dal padre, e Gesù gli ha detto:
(4) “Voglio amore, verità e rettitudine. Quello che rende l’uomo più dissimile da Me è il non essere armato da queste prerogative”.
(5) E mentre diceva amore, pareva che gli suggellasse tutte le membra, il cuore, l’intelligenza d’amore. Oh! quanto è buono Gesù.
(6) Onde dopo, avendo detto al padre ciò che ho scritto il giorno 9, sono rimasta dubbiosa, e dicevo tra me: “Quanto vorrei non scrivere queste cose, se è vero che Gesù sospende il flagello per contentare me, o se è mia fantasia”.
(7) E Gesù mi ha detto: “Figlia mia, la giustizia e la misericordia stanno in continua lotta, e sono più le rivincite della misericordia che della giustizia. Ora, quando un’anima è perfettamente unita con la mia Volontà, prende parte nelle mie azioni ad extra, e soddisfacendo con le sue sofferenze, la misericordia fa le più belle rivincite sulla giustizia, e siccome Io mi compiaccio di coronare tutti i miei attributi di misericordia, ed anche la stessa giustizia, vedendomi importunato da quest’anima unita con Me, per contentarla cedo a lei, avendo ceduto lei tutte le sue cose nella mia Volontà. Perciò, quando non voglio cedere non vengo, perché non mi fido di resistere a non cedere; dunque, qual è il tuo dubbio?”