(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa e vedevo sacerdoti, e Gesù che si faceva vedere nel mio interno tutto slogato e con le membra distaccate. E Gesù che additava quei sacerdoti e faceva comprendere che, ad onta che erano sacerdoti, erano però membra distaccate dal suo corpo, e lamentandosi diceva:
(2) “Figlia mia, quanto sono offeso dai preti. I superiori non vigilano sulla mia sorte sacramentale, e mi espongono a sacrilegi enormi. Questi che tu vedi sono membra separate, che sebbene mi offendono molto, il mio corpo non ha più contatto con le loro azioni nefande; ma gli altri che fingono non star da Me separati e continuano le azioni di preti, oh! quanto più mi offendono. A quale atroce scempio sono esposto, quanti castighi attirano, Io non posso più sopportarli”.
(3) E mentre ciò diceva, vedevo molti preti che scappavano dalla Chiesa e si rivolgevano contro la Chiesa per farle guerra. Onde guardavo quei preti con sommo mio dispiacere, e mi sentivo una luce che mi faceva comprendere che il principio e tutto il male del sacerdote, consiste nel trattare con le anime di cose umane, di natura tutta materiale, senza una stretta necessità; queste cose umane formano una rete per il sacerdote, che gli acceca le menti, gli indurisce il cuore alle cose divine, e gli impedisce il passo nel cammino che conviene fare nell’uffizio del suo ministero; non solo, ma è rete per le anime, perché l’umano portano, e l’umano ricevono, e la grazia resta come esclusa da loro. Oh! quanto male si commette da questi tali, quante stragi di anime vi fanno!” Il Signore voglia illuminare tutti.