MaM
Messaggio del 16 dicembre 1981:Dovete solo pregare e digiunare!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 9-36 Luglio 4, 1910 L’agonia dell’orto fu in modo speciale per aiuto ai moribondi, l’agonia della croce fu per aiuto dell’ultimo punto, proprio per l’ultimo respiro.

(1) Continuando il mio solito stato pieno di privazioni e d’amarezza, stavo pensando all’agonia di Nostro Signore, ed il Signore mi disse:

(2) “Figlia mia, volli soffrire in modo speciale l’agonia dell’orto, per dare aiuto a tutti i moribondi a ben morire. Vedi bene come si combina la mia agonia con l’agonia dei cristiani: Tedi, tristezze, angosce, sudore di sangue; sentivo la morte di tutti e di ciascuno, come se realmente morissi per ciascuno in particolare, quindi sentivo in Me i tedi, le tristezze, le angosce di ciascuno, ed a tutti prestavo con le mie, aiuto, conforto, speranza, per fare che come Io sentivo le loro morti in Me, così loro potessero avere grazia di morire tutti in Me, come dentro d’un solo fiato, col mio fiato, e subito beatificarli con la mia Divinità.

(3) Se l’agonia dell’orto fu in modo speciale per i moribondi, l’agonia della croce fu per aiuto dell’ultimo punto, proprio per l’ultimo respiro. Tutte e due sono agonie, ma una diversa dall’altra: L’agonia dell’orto, piena di tristezze, di timori, d’affanni, di spaventi; l’agonia della croce, piena di pace, di calma imperturbabile, e se gridai ho sete, era sete insaziabile che tutti potessero spirare nel mio ultimo respiro; e vedendo che molti uscivano da dentro il mio ultimo respiro, per il dolore gridai sitio, e questo sitio continuo ancora a gridare a tutti ed a ciascuno, come campanello alla porta d’ogni cuore: “Ho sete di te, oh! anima. Deh! non uscire da Me, ma entra in Me e spira con Me”. Sicché sono sei ore della mia Passione che diedi agli uomini per bene morire, le tre dell’orto furono per aiuto dell’agonia, le tre della croce per aiuto all’ultimo anelito della morte. Dopo questo, chi non deve guardare la morte con sorriso? Molto più per chi mi ama, per chi cerca di sacrificarsi sulla mia stessa croce. Vedi com’è bella la morte e come le cose si cambiano? In vita fui disprezzato, gli stessi miracoli non fecero gli effetti della mia morte; fin sulla croce ci furono insulti, ma non appena spirato, la morte ebbe la forza di cambiare le cose, tutti si percotevano il petto, confessandomi per vero Figlio di Dio, gli stessi miei discepoli presero coraggio, ed anche quegli occulti si fecero arditi e domandarono il mio corpo, dandomi onorevole sepoltura; Cielo e terra a piena voce mi confessarono Figlio di Dio. La morte è qualcosa di grande, di sublime; e questo succede anche per i miei stessi figli: In vita disprezzati, conculcati, quelle stesse virtù che come luce dovrebbero guizzare in chi li circondavano, restano mezzo velate; i loro eroismi nel patire, le loro abnegazioni, il loro zelo per le anime, gettano chiarezze e dubbi nei circostanti, ed Io stesso permetto questi veli per conservare con più sicurezza la virtù dei miei cari figli. Ma non appena muoiono, questi veli, non essendo più necessari, Io li ritiro, e i dubbi si fanno certezze, la luce si fa chiara, e questa luce fa apprezzare i loro eroismo, si fanno stima di tutto, ed anche delle cose più piccole, sicché ciò che non si può fare in vita, supplisce la morte. E questo per quello che succede di qua; e per quello che succede di là è proprio sorprendente ed invidiabile a tutti i mortali”.