(1) Trovandomi nel solito mio stato, e lamentandomi delle sue privazioni, appena alla sfuggita è venuto e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ti raccomando non uscire da dentro della mia Volontà, perché la mia Volontà contiene tale potenza da essere un nuovo battesimo per l’anima, anzi più dello stesso battesimo, perché nei sacramenti c’è parte della mia Grazia, nella mia Volontà c’è tutta la pienezza; nel battesimo si toglie la macchia del peccato originale, ma rimangono le passioni, le debolezze, nella mia Volontà, distruggendo l’anima il proprio volere, distrugge le passioni, le debolezze e tutto ciò che è umano, e vive delle virtù, della fortezza e di tutte le qualità divine”.
(3) Io nel sentire ciò, dicevo tra me: “Da qui a poco dirà che la sua Volontà è più della stessa comunione”. E Lui ha soggiunto:
(4) “Certo, certo, perché la comunione sacramentale dura pochi minuti; la mia Volontà è comunione perenne, anzi eternale, che s’eterna nel Cielo. La comunione sacramentale è soggetta a qualche intoppo, o per malattia, o per necessità, o per parte di chi la deve amministrare, mentre la comunione della mia Volontà non è soggetta a nessun impiccio, solo che l’anima la vuole e tutto è fatto, nessuno può impedirle un sì gran bene, che forma la felicità della terra e del Cielo, né i demoni, né le creature, né la mia stessa onnipotenza. L’anima è libera, nessuno ha diritto su di lei a questo punto della mia Volontà. Perciò Io la insinuo, voglio tanto che la prendano le mie creature, è la cosa che più m’importa, che più mi sta a cuore; tutte le altre cose non m’interessano, anche le più sante, e quando ottengo che l’anima viva della mia Volontà, me ne vado trionfante, perché racchiude il più gran bene che ci può essere in Cielo e in terra”.