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Messaggio del 1 gennaio 2010:Cari figli vi ringrazio. Voi siete la mia speranza, vi benedico tutti. Voi siete la mia gioia. Continuate a convertirvi e vivete i miei messaggi con gioia.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 9-26 Dicembre 22, 1909 Il perché degli stati di abbandono nelle anime sante prima di morire.

(1) Avendo fatto la comunione stavo lamentandomi col benedetto Gesù delle sue privazioni, e se viene è quasi sempre a lampo, oppure tutto silenzioso. E Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quasi in tutte le anime in cui mi sono comunicato in modo straordinario, ho permesso alla fine della vita questi stati di abbandono, e questo non solo per altri miei fini, ma anche per restare in tutta la mia condotta onorato e giustificato, perché molti dicono: “Sicuro che queste anime dovevano giungere ad un punto sì alto di santità e tanto lo hanno amato, con tanti favori, con tante grazie e carismi, dovevano essere ben ingrate per non giungere a tanto. Se li avessimo ricevuto noi, anche noi saremmo giunti più di loro”. Ed Io, a giustificare la mia condotta, manifesterò loro gli abbandoni, le privazioni in cui ho messo queste anime, che è un purgatorio vivente per loro, e quindi la loro fedeltà, l’eroismo delle loro virtù, e come è più facile e tollerabile soffrire la povertà senza conoscere le ricchezze, che nascere ricco, abituarsi a vivere ricco, e poi perdere le ricchezze e vivere povero; molto più che le ricchezze soprannaturali non sono come le materiali che servono al corpo, e al più si diffondono all’esterno, le soprannaturali penetrano fin nelle midolla, nelle fibre più intime, nella parte più nobile dell’intelligenza, basta dire che è più che martirio. Io stesso mi impietosisco tanto, che quasi mi si spezza il cuore per tenerezza, e sono costretto a sentirmelo spezzare spesso spesso che non posso resistere, ed anche per dar loro forza per poter compiere la loro consumazione. Tutti gli angeli e santi hanno l’occhio su di loro e me le vegliano per non farle soccombere, sapendo il crudo martirio che soffrono. Figlia mia, coraggio, tu hai ragione; ma sappi che tutto è amore in Me”.

(3) E mentre ciò diceva, pareva che più si allontanava. Io mi sentivo consumare anche la stessa natura e sciogliermi nel nulla. Quelli germi di fortezza che mi pareva di sentire, di luce, di conoscenza, tutto si risolveva nel nulla; io mi sentivo morire, eppure vivo. In questo mentre è ritornato, e pareva che prendendomi in braccio mi sosteneva questo mio nulla, e pareva che mi dicesse:

(4) “Vedi figlia mia, come sciogliendosi il piccolo germe della tua fortezza, il lumicino della tua luce, la piccola conoscenza che hai di Me, e tutte le altre tue piccole doti, sottentra la mia fortezza, la mia luce, la mia sapienza, la mia bellezza, e tutte le altre mie doti a riempire questo tuo nulla? Non ne sei tu contenta?”

(5) Ed io gli ho detto: “Senti Gesù, se continuerai così perderai il gusto di tenermi in terra”. E l’ho ripetuto varie volte. E Gesù, non volendo sentire questo mio dire mi ha risposto:

(6) “Senti figlia mia, Io non perderò mai il tuo gusto, se ti terrò in terra, terrò in terra il gusto; se ti porterò in Cielo, terrò il tuo gusto in Cielo. Sai piuttosto chi perderà il gusto? Il tuo confessore”.