(1) Continuando il mio solito stato, mi pareva di trovarmi in braccia il bambino; e da uno se ne sono fatti tre, ed io mi sentivo tutta immersa in loro. Or la mattina venendo il confessore, mi ha domandato se Gesù fosse venuto, ed io gli ho detto come sopra ho scritto, senza aggiungere altro. Il confessore mi ha detto:
(2) “Niente ti hanno detto? Niente hai compreso?”
(3) Ed io: “Non so dire bene”. E continuava a dirmi:
(4) “Ed è stata tutta la Trinità, e non sai dir niente? Sei diventata più stupida, si vede che sono sogni”.
(5) Ed io: “Sì, è vero che sono sogni”. Ha seguitato a dire altro, e mentre il confessore diceva, io mi sono sentita stringere forte, forte dalle braccia di Gesù, tanto da perdere i sensi, e Gesù che mi diceva:
(6) “Chi è che vuole molestare la figlia mia?”
(7) Ed io: “Il padre ha ragione, perché io non so dire niente, non hanno nessun segno che sei Gesù Cristo che vieni da me”. E Gesù ha continuato a dirmi:
(8) “Io faccio a te come farebbe il mare ad una persona che andasse a tuffarsi nel profondo del mare. Io ti tuffo tutta nel mio Essere, in modo che tutti i tuoi sensi ne restano inondati; in modo che vuoi dire della mia immensità, profondità ed altezza, e puoi dire che era tanta che la vista si è sperduta; se vuoi dire delle mie delizie, delle mie qualità, puoi dire che sono tali e tante che facevi per aprire la bocca per numerarle, e ne restavi affogata, e così di tutto il resto. E poi, come nessun segno ho dato che fossi Io? Falso. Chi ti ha mantenuto ventidue anni di letto, senza romperti, e con piena calma e pazienza? E’ stata forse virtù loro, o virtù mia? E le prove che fecero i primi anni di questo tuo stato, o farti stare immobile per 10, per 7, per 18 giorni senza prendere niente dei necessari alimenti, erano forse loro che ti mantenevano o Io?”
(9) Poi, avendomi chiamato il padre, sono ritornata in me stessa. Onde avendo il confessore celebrato la Santa Messa, ho fatto la comunione, e dopo è ritornato Gesù; ed io mi sono lamentata con Gesù ché non ci veniva come prima, che il suo tanto amore che mi voleva, mi pareva convertito in freddezza, è vero che lamentandomi Teco mi adduci sempre scuse, che è ché vuoi castigare e perciò non vieni, ma io non ci credo, chi sa che male ci sta nell’anima mia e perciò non vieni, almeno dimmelo, che a qualunque costo, anche a metterci la vita, lo toglierò; ma senza di Te non posso starci, pensa come vuoi, così non posso andare avanti, o con Te in terra, o con Te in Cielo”. E Gesù benedetto, spezzando il mio dire mi ha detto:
(10) “Chetati, chetati, non sto da te lontano, ma sto sempre con te; non mi vedi sempre, ma sempre sto con te, anzi ci sto nel più intimo del tuo cuore per riposarmi, e come tu mi cerchi e con pazienza tolleri le mie privazioni, così mi circondi di fiori per alleviarmi e farmi riposare più pacifico”.
(11) E mentre ciò diceva, pareva che intorno a Gesù erano tante le varietà dei fiori che quasi lo nascondevano. Poi ha soggiunto:
(12) “Tu non ci credi che è per castigare il mondo che ti tengo priva di Me; eppure è così. Quando meno ti credi sentirai cose che succederanno”.
(13) E mentre ciò diceva, mi faceva vedere nel mondo guerre, rivoluzioni contro la Chiesa, chiese incendiate, e quasi imminente.