MaM
Messaggio del 2 maggio 2018:Cari figli, mio Figlio, che è luce d’amore, tutto ciò che ha fatto e fa, l’ha fatto e lo fa per amore. Così anche voi, figli miei, quando vivete nell’amore, amate il vostro prossimo e fate la volontà di mio Figlio. Apostoli del mio amore, fatevi piccoli! Aprite i vostri cuori puri a mio Figlio, affinché egli possa operare attraverso di voi. Con l’aiuto della fede, riempitevi d’amore. Però, figli miei, non dimenticate che è l’Eucaristia il cuore della fede: essa è mio Figlio che vi nutre col suo Corpo e vi fortifica col suo Sangue. Essa è il prodigio dell’amore: mio Figlio che viene sempre di nuovo vivente per vivificare le anime. Figli miei, vivendo nell’amore, voi fate la volontà di mio Figlio ed egli vive in voi. Figli miei, il mio desiderio materno è che lo amiate sempre più, poiché egli vi chiama col suo amore. Vi dona l’amore, in modo che voi lo diffondiate a tutti attorno a voi. Per mezzo del suo amore, come Madre sono con voi per dirvi parole d’amore e di speranza, per dirvi parole eterne e vittoriose sul tempo e sulla morte, per invitarvi ad essere miei apostoli d’amore. Vi ringrazio!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 9-15 Ottobre 4, 1909 Il pensiero di sé stesso si deve smettere per far lo che fa Gesù.

(1) Continuando il mio stato d’afflizione e di perdita del mio benedetto Gesù, stavo secondo il mio solito tutta occupata nel mio interno nelle ore della Passione; giusto quell’ora che parlo era l’ora in cui Gesù si caricava del pesante legno della croce. Tutto il mondo era a me presente: Presente, passato e futuro, tutta la mia fantasia pareva che vedesse tutte le colpe di tutte le generazioni, che pressavano e quasi schiacciavano il benigno Gesù, sicché la croce non era altro che fuscello di paglia, ombra di peso a confronto di tutti i peccati, ed io che cercavo di stringermi presso Gesù e dicevo: “Vedi mia vita, mio bene, mi sto io per tutti loro: Vedi quante onde di bestemmie? Io a per ripararti vi benedico per tutti; quante onde di amarezze, di odi, di disprezzi, d’ingratitudini, di pochissimo amore? Ed io voglio raddolcirvi per tutti, amarvi per tutti, ringraziarvi, adorarvi, onorarvi per tutti; ma le mie riparazioni sono fredde, meschine, finite; Tu che sei l’offeso sei Infinito, quindi anche le mie riparazioni, il mio amore, voglio farlo infinito, e per farlo infinito, immenso, interminabile, mi unisco con Te, con la tua stessa Divinità, anzi, insieme al Padre e con lo Spirito Santo, e vi benedico con le vostre benedizioni, vi amo col vostro amore, vi raddolcisco con le vostre stesse dolcezze, vi onoro, vi adoro, come fate tra le Divine Persone”. Ma chi può dire tutte le sciocchezze che dicevo? Non la finirei mai se volessi dire tutto. Quando mi trovo nelle ore della Passione, mi sento che insieme con Gesù, io pure abbracciassi l’immensità del suo operato, e per tutti e per ciascuno glorifico Iddio, riparo, impetro per tutti, e quindi il dirlo tutto mi riesce difficile. Onde, mentre ciò facevo, il pensiero mi ha detto: “Pensi ai peccati degli altri, e i tuoi? Pensa a te, ripara per te”. Quindi ho cercato di pensare ai miei mali, alle mie grandi miserie, alle privazioni di Gesù, causa i miei peccati, e distraendomi dalle cose solite del mio interno, piangevo la mia grande sventura. In questo mentre, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e con voce sensibile mi ha detto:

(2) “Vuoi tu arbitrarti? L’operato del tuo interno non è tuo, ma mio, tu non fai altro che seguirmi, il resto faccio tutto da Me. Il pensiero di te stessa lo devi smettere, non devi fare altro che ciò che voglio Io, ed Io ci penserò ai mali e beni tuoi. Chi può farti più bene, tu o Io?”

(3) E mostrava di dispiacersi. Onde mi sono messa a seguirlo, ma poco dopo, giunta ad un altro punto del viaggio del calvario, in cui più che mai m’internavo nelle diverse intenzioni di Gesù, il pensiero mi ha detto: “Non solo devi smettere il pensiero di santificarti, ma anche di salvarti, non vedi che per te non sei buona a nulla? Che ti gioverà il fare per gli altri?” Io, rivoltami a Gesù gli ho detto: “Gesù mio, non c’è il tuo sangue per me, le tue pene, la tua croce? Sono stata tanto cattiva che avendole con le mie colpe calpestato sotto dei miei piedi, Tu forse l’hai esaurito per me, ma deh! perdonami, e se non vuoi perdonarmi, lasciami il tuo Volere e sono contenta, la tua Volontà è tutto per me; sono rimasta sola senza di Te, e Tu solo puoi conoscere la perdita che ho fatto, non ho nessuno, le creature senza di Te mi annoiano, mi sento in questo carcere del mio corpo come schiava in catene; almeno per pietà, non togliermi il tuo Santo Volere”. Onde, mentre ciò pensavo, mi sono di nuovo distratta dal mio interno, e Gesù di nuovo mi ha fatto sentire la sua voce più forte ed imponente, che diceva:

(4) “Non vuoi finirla? Vuoi tu guastare l’opera mia in te?”

(5) Non so, come se avesse messo silenzio alla mia mente, ho cercato di seguirlo e di farla finita.