(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena il mio benigno Gesù si è fatto sentire con la sua dolce parola dicendomi:
(2) “Figlia mia, le mortificazioni, miserie, privazioni, dolori, croci, non servono ad altro, che a chi se ne serve a bene imprimere la mia santità nell’anima, e come se si andasse abbellendo di tutte le varietà dei colori divini. Di più non sono altro che tanti profumi di Cielo, di cui l’anima ne resta tutta profumata”.