MaM
Messaggio del 8 gennaio 1987:Cari figli, desidero ringraziarvi per ogni risposta ai messaggi. Specialmente, cari figli, vi ringrazio per tutti i sacrifici e le preghiere che mi avete offerto. Cari figli, desidero dare d'ora in avanti i messaggi non più, cari figli, tutti i giovedì ma ad ogni 25 del mese. E' arrivato il tempo in cui si è compiuto tutto quello che il mio Signore ha desiderato. Da oggi darò meno messaggi, ma sono con voi; perciò, cari figli, vi supplico: ascoltate i miei messaggi e viveteli affinché io vi possa guidare. Cari figli, grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 8-59 Gennaio 2, 1909 Continua parlando dei terremoti.

(1) Riprendo a dire, con mia somma ripugnanza e solo per ubbidire ciò che ha passato dal giorno 28 Dicembre a riguardo del terremoto.

(2) Stavo pensando tra me alla sorte di tanta povera gente viva sotto le pietre, ed alla sorte del mio Sacramentato Signore, vivo anche Lui, sepolto sotto le macerie, e dicevo tra me, pare che il Signore dice a quei popoli:

(3) “Ho subito la stessa vostra sorte per i vostri peccati; sto insieme con voi ad aiutarvi, a darvi forza; vi amo tanto che sto ad aspettare un ultimo atto d’amore per salvarvi tutti, non tenendo conto di tutto il male che avete fatto per l’addietro”.

(4) Ah! mio bene, mia vita e mio tutto, vi mando le mie adorazioni sotto le macerie, dovunque Tu ti trovi; i miei abbracci, i baci, e tutte le mie potenze a tenerti continua compagnia, oh! quanto vorrei venire a dissotterrarti per mettervi in luogo più comodo e più degno di Te! In questo mentre, il mio adorabile Gesù mi ha detto nel mio interno:

(5) “Figlia mia, hai interpretato in qualche modo gli eccessi d’amore che, anche mentre flagello ho verso dei popoli; ma non è tutto, è anche più, ma sappi però che la mia sorte Sacramentale è forse meno infelice, meno nauseante sotto le pietre che nei tabernacoli; è tale e tanto il numero dei sacrilegi che si commettono dai preti, ed anche dal popolo, che ne ero stanco di scendere nelle loro mani e nei loro cuori, da costringermi a distruggerli quasi tutti. E poi, che dirti dell’ambizione, degli scandali dei sacerdoti, tutto era tenebre in loro, non più luce qual devono essere, e quando i sacerdoti giungono a non dar più luce, i popoli giungono agli eccessi, e la mia giustizia è costretta a distruggerli”.

(6) Stavo pure pensando alle sue privazioni, e mi sentivo una paura, come se volesse succedere anche qui qualche forte terremoto. Vedendomi così sola senza di Gesù, mi sentivo tanto oppressa da sentirmi morire. Onde avendo di me compassione, il buon Gesù appena ha fatto una ombra e mi ha detto:

(7) “Figlia mia, non ti opprimere tanto, per tuo riguardo risparmierò da gravissimi danni questa città. Vedi se Io non devo continuare a castigare, invece di convertirsi, di arrendersi, nel sentire la distruzione delle altre province dicono che là sono i luoghi, i terreni che fanno ciò succedere, e si prendono più bel tempo continuando ad offendermi. Quanto sono ciechi e sciocchi; non è la terra tutta nel mio proprio pugno? Non posso forse Io aprire le voragini della terra e farli inghiottire anche in altri luoghi? E per farli vedere, farò fare il terremoto in altri luoghi, dove non è solito di fare”.

(8) Mentre ciò diceva, pareva che stendesse la sua mano nel centro della terra, ne prendeva il fuoco e lo avvicinava alla superficie della terra, e la terra si scuoteva e si sentiva il terremoto, dove più forte e dove meno, soggiungendo:

(9) “Questo non è altro che il principio dei castighi; che ne sarà la fine?”