(1) Continuando il mio solito stato, mi trovavo fuori di me stessa e mi pareva di vedere M. ed altri preti, ed avendo uscito un giovane di beltà divina, accostandosi a me mi somministrava un cibo. Io l’ho pregato che di quel cibo che dava a me facesse parte M. ed altri. Così, accostandosi a M. gliene dava una buona parte dicendogli
(2) “Io ti fo’ parte del mio cibo, e tu disfama la mia fame col darmi le anime”, additandogli l’opera che M. vuol fare, ed insieme lo eccitava fortemente nel suo interno, dandogli degli impulsi ed ispirazioni. Poi ha fatto parte ad altri. In questo mentre è uscita una donna veneranda, e quelli che hanno ricevuto il cibo dal giovane si sono fatti dintorno e le hanno domandato qual era lo stato mio; e la donna ha risposto:
(3) “Lo stato di quest’anima è stato di preghiera continua, di sacrificio e di unione con Dio; e mentre è in questo stato sta esposta a tutti gli eventi della Chiesa, del mondo, e della giustizia di Dio, e prega, ripara, disarma ed impedisce, per quanto può, i castighi che la giustizia vuole scaricare sulle creature, sicché le cose stanno tutte sospese”.
(4) Ora, mentre ciò sentivo, dicevo tra me: “Sono tanto cattiva, eppure dicono che questo è il mio stato”. Ma con tutto ciò mi trovavo vicino ad un finestrino alto alto, e di là vedevo tutto ciò che si faceva nella Chiesa e nel mondo, ed i flagelli che stavano per cadere; ma chi può dirli tutti? Passo innanzi per non fare lungaggini. Ed io, oh! come gemevo e pregavo, ed avrei voluto farmi in pezzi per impedire tutto, ma nel meglio è tutto scomparso e mi sono trovata in me stessa.