(1) Continua quasi sempre lo stesso, ed al più si fa vedere in silenzio. Onde, in questi giorni, avendosi fatto vedere, mi carezzava e mi baciava, ed essendo ammalata la mamma, mi faceva comprendere che se l’avrebbe preso. Io gli dicevo: “Signore mio, Tu la vuoi ed io te ne faccio un dono prima che te la prenda, non voglio aspettare che te la prenda senza prima donartela; ma però ne voglio da Te la ricompensa del dono che vi faccio, dandomi in premio che te la porti diritto in paradiso, senza farle toccare il purgatorio, a costo che mi facciate soffrire a me il purgatorio che toccherà alla mamma”. E Gesù benedetto che me diceva:
(2) “Figlia mia, lascia fare a Me”. Ritornando di nuovo a pregarlo dicevo: “Ma dolce amor mio, chi avrà cuore di vedere la mia mamma soffrire in purgatorio, colei che ha tanto sofferto, che ha tanto pianto per causa mia. E’ il peso della gratitudine chi mi spinge, che mi sollecita, e che mi forza; tutte le altre cose fa quello che vuoi, ma in questo no, non cedo. Mi contenterete e farete quello che voglio”.
(3) E Lui: “Ma diletta mia, non ti rendere troppo importuna, sei proprio instancabile, e col renderti instancabile mi costringi a contentarti”.
(4) Ma però non dava risposta decisa. Io tornavo all’assalto e piangevo come una bambina, e pregandolo e ripregandolo andavo offrendo minuto per minuto, ora per ora, ciò che soffrii nella sua passione, applicandole all’anima di mia madre, per farla restare purgata, purgata ed abbellita, e così poter ottenere il mio intento. E Lui mi soggiungeva, asciugandomi le lacrime:
(5) “Ma cara diletta mia, non piangere, tu sai che ti voglio bene, posso Io non contentarti? Vedi, con la continua offerta della mia passione, non facendoti sfuggire nulla di ciò che soffri a pro di tua madre, sta l’anima sua dentro d’un mare immenso, e questo mare la lava, l’abbellisce, l’arricchisce, la inonda di luce, e per assicurarti che ti contenterò, quando morrà tua madre sarai tu sorpresa da un fuoco che ti sentirai bruciare”.
(6) Io sono rimasta contenta, ma non sicura, perché non mi diceva ancora nulla che l’avrebbe portato diritta in paradiso.