(1) Vi passo giorni amarissimi per le privazioni quasi continue del benedetto Gesù, al più alla sfuggita ed a lampo si fa vedere e subito si nasconde, tanto dentro nel mio interno, che non lo posso neppure scorgere, e sempre in silenzio. Onde avendolo visto dopo molto stentare, tanto amareggiato ed oppresso gli ho detto: “Ma, dimmi almeno, che cosa vi fa tanto soffrire?” E Lui, malvolentieri, solo per contentarmi mi ha detto:
(2) “Ah! figlia mia, tu non sai quello che deve succedere, se te lo dicessi, mi spezzeresti il mio sdegno, e non farei quello che devo fare. Ecco perciò faccio silenzio. Perciò, tu quietati sul modo che tengo con te in questo periodo di tempo. Tu però coraggio, ti sarà troppo amaro, ma falla da atleta, da generosa, sempre vivendo e morta nella mia Volontà, senza neppure piangere”.
(3) Detto ciò si è nascosto più dentro nel mio interno, lasciandomi come impietrita, senza neppure potere piangere la sua privazione.
(4) Ora per obbedire scrivo che anche prima del mese di gennaio, fino adesso, non faccio altro che trovarmi fuori di me stessa, forse può essere anche sogno e parevami di vedere luoghi desolati, città deserte, strade intere con le abitazioni chiuse, senza che nessuno vi cammina, gente morte, ed è tanto lo spavento nel vedere queste cose che mi rende come stupidità, che vorrei imitare il mio buon Gesù di starmene anch’io taciturna e silenziosa. Il perché di questo non lo so dire, perché la mia luce Gesù non mi dice niente. L’ho scritto solo per obbedire.
(5) Deo Gratias.