MaM
Messaggio del 25 aprile 1995:Cari figli! Oggi vi invito all'amore. Figlioli, senza l'amore non potete vivere ne con Dio ne con i fratelli. Perciò vi invito tutti ad aprire i vostri cuori all'amore di Dio che è tanto grande ed aperto per ognuno di voi. Dio, per amore dell'uomo, mi mando in mezzo a voi per mostrarvi la via della salvezza, la via dell'amore. Se prima non amate Dio, non potrete amare il prossimo ne colui che odiate. Perciò, figlioli, pregate e attraverso la preghiera scoprirete l'amore. Grazie per avere risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 7-23 Giugno 23, 1906 L’ubbidienza la fa continuare a vivere nel mondo come vittima.

(1) Continuando a sentirmi male avevo detto al confessore ciò che ho scritto innanzi, tacendo qualche cosa che riguardano a queste stesse cose, parte per la debolezza estrema che vi sentivo, non avendo forza a parlare, e parte per timore che l’ubbidienza mi potesse fare qualche tranello. Oh! Dio Santo, che timore, Dio solo sa come vivo, vivo morendo continuamente, e l’unico mio sollievo sarebbe il morire per ritrovare la mia vita in Dio, eppure l’ubbidienza che la vuol fare da crudo carnefice, e tenermi a morire continuamente e non già a vivere per sempre in Dio. Oh! ubbidienza, quanto tu sei terribile e forte. Onde il confessore mi ha detto che non permetteva, e doveva dire al Signore che l’ubbidienza non voleva. Che pena amarissima! Onde trovandomi nel mio solito stato vedevo Nostro Signore, ed il confessore che lo pregava che non mi facesse morire. Io temendo che gli desse retta, piangevo, ed il Signore ha detto:

(2) “Figlia, stati cheta, non affliggermi col tuo pianto, Io ho tutta la ragione di portarti, perché voglio flagellare il mondo, e per riguardo di te e delle tue sofferenze mi sento come legato. Il confessore ha pure ragione di volerti tenere in terra, perché povero mondo, povero Corato, nello stato in cui si trova, che cosa ne sarà di esso se nessuno lo protegge, ed anche per lui stesso, perché stando tu, Io me ne servo per mezzo tuo, quando direttamente dicendo qualche cosa che gli riguarda, e quando indirettamente di richiamarlo, quando di spingerlo, quando di distornarlo di far cosa che a Me non piacesse; onde chiamandoti a Me, me ne servirò per mezzo delle sofferenze. Però, coraggio, che come stanno le cose, Io mi sento più disposto a contentare te che il confessore, ed Io stesso saprò cambiare la sua volontà”.

(3) Onde mi sono trovata in me stessa, senza dire che l’ubbidienza non voleva; non mi pareva necessario il dirlo, perché vedendo il confessore insieme con Nostro Signore, mi pareva che già sapesse tutto.