(1) Questa mattina, avendo fatta la comunione, vedevo il benedetto Gesù nel mio interno ed io gli dicevo: “Diletto mio, uscite da dentro, venite fuori, acciocché vi possa stringere, baciare e parlarvi”. E Lui facendomi cenno con la mano mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non voglio uscire, sto bene in te, perché se esco dalla tua umanità, l’umanità contiene tenerezza, compassione, debolezza, timore, sarebbe come se uscissi da dentro la mia Umanità vivente, perché occupando tu l’istesso mio uffizio di vittima, dovrei far sentire a te il peso delle pene altrui, e quindi risparmiarli. Uscirò, sì, ma non da dentro di te, ma fuori da Dio senza Umanità e la mia giustizia farà il suo corso come si conviene a castigare le creature”.
(3) E pareva che più si addentrasse dentro. Io gli ripetevo: “Signore, uscite, risparmiate i vostri figli, le vostre stesse membra, le vostre immagini”. E Lui facendo cenno con la mano ripeteva:
(4) “Non esco, non esco”.
(5) Questo lo ha ripetuto più e più volte, mi ha comunicato tante cose di quello che contiene l’umanità, ma non so dirle; le tengo in mente e non so esprimerle con parole. Non avrei voluto scrivere ciò, ma l’ubbidienza non ha voluto. Fiat, sempre Fiat.