(1) Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa, e mi sentivo una persona in braccia e la testa poggiata sopra la spalla, che io non mi riuscivo di vedere chi fosse, quindi l’ho tirato per forza dicendogli: “Dimmi almeno chi siete”.
(2) E Lui: “Io sono il tutto”.
(3) Ed io nel sentire dire ch’era il tutto, ho detto: “Ed io sono il nulla. Vedete Signore quanta ragione ho che questo nulla stia unito col tutto, altrimenti sarà come un pugno di polvere, cui il vento disperde”. In questo mentre, vedevo una persona dubbiosa che diceva: “Come sarà che per ogni minima cosa si sente tanta turbazione?” Ed io, da una luce che veniva dal benedetto Gesù ho detto: “Per non sentire turbazioni, l’anima deve ben fondarsi in Dio, e tutta sé stessa tendere a Dio come ad un sol punto, e guardare le altre cose con occhio indifferente. Ma se farà altrimenti, in ogni cosa che farà, o vedrà, o sentirà, si sentirà l’anima investita da un mal essere, come da quelle febbre lente che rende tutta spostata l’anima, turbata, senza potersi raccapezzare essa stessa.