(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena è venuto il mio benedetto Gesù, ed io nel vederlo, non so il perché ho detto:
(2) “Signore, eppure è una cosa che lacera l’anima, il pensiero che posso perdere il vostro amore”.
(3) E Lui: “Figlia mia, chi te l’ha detto? In tutte le cose la mia paterna bontà ha somministrato i mezzi per aiutare la creatura, purché questi mezzi non venissero respinti. Dunque, mezzo per non perdere il mio amore, è fare del mio amore e tutto ciò che mi riguarda, come se fosse cosa propria; può perdere uno tutto ciò che è suo? No, certo, al più se non facendo stima della cosa propria, non avrà cura di custodirla, ma se non la stima e non la custodisce è segno che non l’ama; quindi quell’oggetto non contiene più vita d’amore e non si può annoverare tra le cose proprie. Ma il mio amore quando si fa proprio, si stima, si custodisce, si tiene sempre ad occhio, in modo che non può perdere ciò che è suo, né in vita, né in morte”.