MaM
Messaggio del 3 luglio 1986:Cari figli, oggi vi invito tutti alla preghiera. Senza la preghiera, cari figli, non potete sentire né Dio né me, né la grazia che vi dono. Perciò vi invito a far sì che all'inizio e al termine della vostra giornata ci sia sempre la preghiera. Cari figli, desidero guidarvi di giorno in giorno il più possibile alla preghiera. Se non crescete è perché non lo desiderate. Vi invito, cari figli, a far sì che al primo posto ci sia sempre la preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 6-87 Dicembre 6, 1904 Il principio della beatitudine eterna è il perdere ogni gusto proprio.

(1) Continuando a stentare, quando appena è venuto il benedetto Gesù, ed io mi vedevo nuda, spogliata di tutto; forse anima più misera non se ne trova simile, tanto è estrema la mia miseria. Che cambiamento funesto! Se il Signore non fa un nuovo miracolo della sua onnipotenza per farmi risorgere da questo stato, io certo mi morrò di miseria. Onde, il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, coraggio, il principio della beatitudine eterna è il perdere ogni gusto proprio, perché a seconda che l’anima va sperdendo i propri gusti, così i gusti divini vi prendono possesso, e l’anima avendo disfatto e perduto sé stessa, non riconosce più sé stessa, non trova più niente di suo, neppure le cose spirituali; Dio vedendo l’anima che non ha più niente di suo, la riempie di tutto Sé stesso e la ricolma di tutte le felicità divine, ed allora l’anima può dirsi veramente beata, perché finché aveva qualche cosa di proprio, non poteva andare esente d’amarezze e timori, né Dio potrebbe comunicarle la propria felicità. Ogni anima che entra nel porto della beatitudine eterna, non può andare esente da questo punto, doloroso, sì, ma necessario, né può farsene a meno. Generalmente lo fanno in punto di morte, ed il purgatorio vi mette l’ultima mano, perciò se si domanda alle creature che cosa è gusto di Dio, che significa beatitudine divina, sono cose allora sconosciute, e non sanno articolare parola. Ma alle anime mie dilette, non voglio, essendosi dato tutte a Me, che la loro beatitudine tenga il principio lassù nel Cielo, ma che tenga principio quaggiù in terra; e non solo voglio riempirle della felicità, della gloria del Cielo, ma voglio riempirle dei beni, dei patimenti, delle virtù che si ebbe la mia Umanità in terra, perciò le spoglio non solo da gusti materiali, che l’anima tiene in conto di sterco, ma dei gusti spirituali ancora, per riempirle tutte dei miei beni, e darle il principio della vera beatitudine”.