(1) Questa mattina stavo offrendo tutte le azioni dell’Umanità di Nostro Signore, per riparare tante nostre azioni umane fatte, o indifferente senza un fine soprannaturale, oppure peccaminose, per impetrare che tutte le creature facessero le loro azioni con l’intenzione ed unione delle azioni di Gesù benedetto, e per riempire il vuoto della gloria che la creatura gli deve a Dio se ciò facesse. Mentre ciò facevo, il mio adorabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Divinità nella mia Umanità scese nell’abisso più profondo di tutte le umiliazioni umane, tanto che non ci fu nessun atto umano, per quanto basso e piccolo, che Io non divinizzai e santificai. E ciò per restituire all’uomo la raddoppiata sovranità, quella perduta nella Creazione e quella che le acquistai nella Redenzione. Ma l’uomo sempre ingrato e nemico di sé stesso, ama d’essere schiavo, anziché sovrano, mentre poteva con un mezzo così facile, cioè con l’intenzione delle sue azioni alle mie, rendere le sue azioni meritorie del merito divino, ne fa un sciupo e si perde la divisa di re, e la sovranità di sé stesso”.
(3) Detto ciò è scomparso e mi sono trovata in me stessa.