(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena è venuto il mio adorabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il mio cielo quando venni in terra fu la mia Umanità; e come nel cielo si veggono la moltitudine delle stelle, il sole, la luna, i pianeti, l’ampiezza, tutto messo in bell’ordinanza, immagine questo del cielo che esiste di sopra, dove tutto è ordinato, così la mia Umanità, essendo mio cielo doveva trasparire fuori l’ordine della Divinità che abitava di dentro, cioè: Le virtù, la potenza, la grazia, la sapienza ed altro. Or, quando il cielo della mia Umanità, dopo la Risurrezione, asceso al cielo empireo, il mio cielo sulla terra doveva continuare a sussistere, e questo sono le anime che danno l’abitazione alla mia Divinità, ed Io abitando in loro vi formo il mio cielo, e vi faccio trasparire anche fuori l’ordine delle virtù che vi stanno di dentro. Or, qual è l’onore della creatura nel prestare il cielo al Creatore? Ma oh! quanti me lo negano! E tu non vorresti essere il mio cielo? Dimmi che vorresti”.
(3) Ed io: “Signore, non voglio altro che essere riconosciuta nel tuo sangue, nelle tue piaghe, nella tua Umanità, nelle tue virtù, solo in questo vorrei essere riconosciuta, per essere tuo cielo, ed essere sconosciuta da tutti”. Pareva che approvava la mia proposta ed è scomparso.