(1) Continuando il mio solito stato, per poco si faceva vedere da dentro il mio interno, prima Lui solo, e poi tutte e Tre le Divine Persone, ma tutte in profondo silenzio, ed io continuavo alla loro presenza il mio solito lavorio interno, e pareva che il Figlio si unisse con me, ed io non facevo altro che seguirlo, ma tutto era silenzio, e non altro si faceva in questo silenzio che immedesimarsi con Dio, e tutto l’interno, affetti, palpiti, desideri, respiri, diventavano profonde adorazioni alla Maestà Suprema. Onde, dopo aver passato qualche poco in questo stato, pareva che tutte e Tre parlavano, ma una voce sola formava, e mi hanno detto:
(2) “Figlia diletta nostra, coraggio e fedeltà ed attenzione somma nel seguire ciò che la Divinità opera in te, perché tutto quello che fai, non lo fai tu, ma non fai altro che dare la tua anima per abitazione alla Divinità. Succede a te come ad una povera che avendo un piccolo tugurio, il re lo chiede per abitazione, e quella lo dà e fa tutto ciò che vuole il re; onde, abitando il re quel piccolo tugurio, contiene ricchezze, nobiltà, gloria e tutti i beni, ma di chi sono? Del re, e se il re lo vuole lasciare, alla povera che cosa le rimane? Le rimane sempre la sua povertà”.