(1) Trovandomi nel solito mio stato stavo pensando a nostro Signore, quando giunto sul monte Calvario fu spogliato del tutto, ed amareggiato di fiele, e lo pregavo dicendogli: “Adorabile mio Signore, non veggo in Te che veste di sangue abbigliata da piaghe, e per gusto e piacere amarezze di fiele, e per onore e gloria confusione, obbrobri e croci. Deh! non permettere che dopo che hai tanto Tu sofferto, che io non guardi le cose di questa terra che come sterco e fango, che non mi prenda altro piacere che in Te solo, e che tutto il mio onore non sia altro che la croce”. E Lui facendosi vedere mi ha detto:
(2) “Figlia mia, se tu facessi diversamente perderesti la purità dell’occhio, ché facendosi un velo alla vista perderesti il bene di vedermi, perché quell’occhio che si bea delle sole cose del Cielo tiene la virtù di vedermi, e chi si bea delle cose della terra tiene la virtù di vedere le cose della terra, perché l’occhio, vedendole diversamente da quel che sono, le vede e le ama”.