(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata circondata da tre vergini, le quali prendendomi mi volevano a viva forza crocifiggermi sopra d’una croce, ed io siccome non vedevo il benedetto Gesù, temendo, facevo resistenza, e quelle vedendo la mia resistenza mi hanno detto: “Sorella carissima, non temere che non c’è il nostro Sposo, lascia che ti incominciamo a crocifiggere, che il Signore, tirato dalla virtù delle sofferenze verrà, noi veniamo dal Cielo, e siccome abbiamo visto mali gravissimi che stanno per succedere in Europa, per fare che almeno succedessero più miti, siamo venute a farti soffrire”. In questo mentre mi hanno trapassato coi chiodi le mani ed i piedi, ma con tal crudeltà di dolore, che mi sentivo morire. Ora, mentre soffrivo è venuto il benedetto Gesù, che guardandomi con occhio severo mi ha detto:
(2) “Chi ti ha comandato di metterti in queste sofferenze? Dunque a che cosa tu mi servi? A non poter essere neppure libero di fare quel che voglio, e ad essere un continuo intoppo alla mia giustizia?”
(3) Io nel mio interno dicevo: “Che vuol da me, io neppure volevo, sono state loro che mi hanno indotto, e se la prende con me”. Ma non potevo parlare per l’acerbità del dolore; quelle vergini vedendo la severità di nostro Signore più mi facevano soffrire, tirando e rimettendo di nuovo i chiodi, e mi avvicinavano a Lui mostrando le mie sofferenze, e quanto più soffrivo, più il Signore pareva che si mitigasse, e quando l’hanno visto più mitigato e quasi intenerito del mio soffrire, mi hanno lasciato e se ne sono andate, lasciandomi sola con nostro Signore. Onde Lui stesso mi assisteva e sosteneva, e vedendomi soffrire, per rincuorarmi mi ha detto:
(4) “Figlia mia, la mia vita si manifesta nelle creature con le parole, con le opere e con le sofferenze, ma quelle che la manifestano più chiara sono le sofferenze”.
(5) In questo mentre è venuto il confessore per chiamarmi all’ubbidienza, e parte per le sofferenze, parte che il Signore non mi lasciava, non potevo ubbidire. Onde mi sono lamentata col mio Gesù, col dirgli: “Signore, come si trova il confessore a quest’ora, giusto adesso doveva venire?”
(6) E Lui: “Figlia mia, lascialo che stia un poco con noi, e che partecipe anche alle mie grazie. Quando uno continuamente frequenta una casa, partecipa al pianto ed al riso, alla povertà ed alle ricchezze; così è del confessore, non ha partecipato alle tue mortificazioni e privazioni? Ora partecipa alla mia presenza”.
(7) Quindi pareva che le partecipava la fortezza divina dicendogli: “La vita di Dio nell’anima è la speranza, e per quanto speri, tanto di vita divina contieni in te stesso; e siccome la vita divina contiene potenza, sapienza, fortezza, amore ed altro, così l’anima si sente innaffiare come da tanti ruscelli quante sono le virtù divine, e la vita divina cresce sempre in te stesso, ma se non speri, tanto nello spirituale e dallo spirituale ne parteciperà anche il corporale, la vita divina si andrà consumando e fino a spegnersi del tutto, perciò spera, spera sempre”.
(8) Onde, a stento ho fatto la comunione, e dopo mi sono trovata fuori di me stessa e vedevo tre uomini in forma di tre cavalli indomiti che si sfrenavano nell’Europa, facendo tanta strage di sangue, e pareva che volevano, come dentro d’una rete, la maggior parte dell’Europa coinvolgerla in guerre accanite, tutti tremavano alla vista di questi diavoli incarnati, e molti ne restavano distrutti.