(1) Continuando il mio solito stato è venuto il benedetto bambino Gesù, e dopo d’aversi messo fra le mie braccia e benedetto con le sue manine, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, essendo la razza umana tutta una famiglia, quando uno fa qualche opera buona e mi offre qualche cosa, tutta l’umana famiglia partecipa a quell’offerta e mi è presente come se tutti me l’offerissero. Come oggi i magi, nell’offerirmi i loro doni, Io ebbi nelle loro persone presente tutta l’umana generazione, e tutti parteciparono al merito della loro opera buona. La prima cosa che mi offerirono fu l’oro, ed Io in contraccambio li diedi l’intelligenza e la conoscenza della verità; ma sai tu qual’è l’oro che voglio adesso dalle anime? Non l’oro materiale, no, ma l’oro spirituale, cioè, l’oro della loro volontà, l’oro degli affetti, dei desideri, dei propri gusti, l’oro di tutto l’interno dell’uomo, questo è tutto l’oro che l’anima tiene, e lo voglio tutto per Me. Ora, per darmi questo al anima riesce quasi difficile darmelo senza sacrificarsi e mortificarsi, ed ecco la mirra, che qual filo elettrico lega l’interno dell’uomo e lo rende più risplendente, e le dà la tinta di variopinti colori, dandole all’anima tutte le specie di bellezze; ma questo non è tutto, ci vuole chi mantiene sempre vivi i colori, la freschezza, che quasi profumo e venticello spira dall’interno dell’anima, ci vuole chi offre e chi ottiene doni maggiori di quelli che dona, come pure ci vuole ancora chi costringe a dimorare nel proprio interno Colui che riceve e Colui che dona e tenerlo in continua conversazione ed in continuo commercio con lui, onde, chi fa tutto questo? L’orazione, specie lo spirito d’orazione interiore, che sa convertire non solo le opere interne in oro, ma anche le opere esterne, e questo è l’incenso”.