(1) Questa mattina vedevo il mio adorabile Gesù nel mio interno coronato di spine, e nel vederlo in quel modo gli ho detto: “Dolce mio Signore, perché il vostro capo invidiò il flagellato vostro corpo che aveva tanto sofferto e tanto sangue aveva versato, e non volendo il capo restare da meno del corpo, onorato col fregio del patire, istigaste voi stesso i nemici a coronarvi con una sì dolorosa e tormentosa corona di spine?”
(2) E Gesù: “Figlia mia, molti significati contiene questa coronazione di spine, e per quanto ne dicessi resta sempre molto da dire, perché è quasi incomprensibile alla mente creata il perché il mio capo volle tenersi onorato con l’avere la sua porzione distinta e speciale, non generale, d’una sofferenza e spargimento di sangue a parte, facendo quasi a gara col corpo; il perché fu ché essendo il capo che unisce tutto il corpo e tutta l’anima, di modo che il corpo senza il capo è niente tanto che si può vivere senza delle altre membra, ma senza del capo è impossibile, essendo la parte essenziale di tutto l’uomo, tanto vero, che se il corpo pecca o fa del bene, è il capo che dirige, non essendo altro il corpo che uno strumento, onde, dovendo il mio capo restituire il regime ed il dominio, e meritargli nelle menti umane che entrassero nuovi cieli di grazie, nuovi mondi di verità, e ribattere nuovi inferni di peccati fino a farsi vili schiavi di vili passioni, e volendo coronare tutta l’umana famiglia di gloria, di onore e di decoro, perciò volli coronare ed onorare in primo la mia Umanità, sebbene con una corona di spine dolorosissima, simbolo della corona immortale che restituivo alle creature, tolta dal peccato. Oltre di ciò, la corona di spine significa che non c’è gloria ed onore senza spine, che non ci può mai essere dominio di passioni, acquisto di virtù, senza sentirsi pungere fin dentro la carne e lo spirito, e che il vero regnare sta nel donare sé stesso, colle punture della mortificazione e del sacrificio; inoltre queste spine significavano che vero ed unico Re sono Io, e chi solo mi costituisce Re del proprio cuore, gode pace e felicità, ed Io la costituisco regina del mio proprio regno. Onde, tutti quei rivoli di sangue che sgorgavano dal mio capo, erano tanti fiumicelli che legavano l’intelligenza umana alla conoscenza della mia sovranità sopra di loro”.
(3) Ma chi può dire tutto ciò che sento nel mio interno? Non ho parole ad esprimerlo; anzi quel poco che ho detto mi pare di averlo detto sconnesso, e così credo che deve essere nel parlare le cose di Dio, per quanto alto e sublime uno ne possa parlare, essendo Lui increato e noi creati, non si può dire di Dio che balbettando.