(1) Avendo detto al confessore che mi lasciasse nella Volontà di Nostro Signore, togliendomi l’ubbidienza che o mi voleva o non mi voleva dovevo continuare a starmi in questo stato di vittima, e lui, prima che non voleva, e poi, se io assumessi la responsabilità di rispondere a Gesù Cristo di quello che poteva succedere nel mondo, onde, ci pensasse prima e poi rispondere, e volendo dire che non volendo io oppormi al Voler Divino, solo che se il Signore lo vuole io voglio, se non vuole non voglio; a che pro questa responsabilità? E lui: Pensai prima e domani risponderai, quindi pensando nel mio interno mi ha detto:
(2) “La giustizia lo vuole, l’amore no”.
(3) Poi, trovandomi nel solito mio stato, quando appena l’ho visto, e mi ha detto:
(4) “Gli angioli, ottengano o non ottengano, fanno sempre il loro uffizio, non si ritirano dall’opera affidatagli da Dio, della custodia della anime, ad onta che veggono che quasi a dispetto delle loro cure, diligenze, industrie, l’assistenze continue, le anime vanno miseramente perdute, sono sempre là, ai loro posti; né se ottengono o non ottengono danno maggiore o minore gloria a Dio, perché la loro volontà è sempre stabile di compiere il lavoro affidatogli. Le anime vittime, sono gli angioli umani che devono riparare, impetrare, proteggere l’umanità, e se ottengono o non ottengono, non devono cessare dal loro lavoro; meno che non le venisse assicurato dall’alto”.