MaM
Messaggio del 2 aprile 2012:Cari figli, come Regina della pace desidero dare a voi, miei figli, la pace, la vera pace che viene attraverso il Cuore del mio Figlio Divino. Come Madre prego che nei vostri cuori regni la sapienza, l’umiltà e la bontà, che regni la pace, che regni mio Figlio. Quando mio Figlio sarà il Sovrano nei vostri cuori, potrete aiutare gli altri a conoscerlo. Quando la pace del cielo vi conquisterà, coloro che la cercano in posti sbagliati e così danno dolore al mio Cuore materno la riconosceranno. Figli miei, grande sarà la mia gioia quando vedrò che accogliete le mie parole e che desiderate seguirmi. Non abbiate paura, non siete soli. Datemi le vostre mani ed io vi guiderò. Non dimenticate i vostri pastori. Pregate che nei pensieri siano sempre con mio Figlio, che li ha chiamati affinché lo testimonino. Vi ringrazio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 5-1 I.M.I.

(1) In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

(2) Signore, venite in mio aiuto, legatemi questa volontà ribelle che vuole sempre ricalcitrare contro la santa obbedienza, mi mette in tale ristrettezza, che mentre delle volte pare morta, allora più che mai, come serpe me la sento viva e mi rode dentro, perciò legatemi con nuove funi; anzi riempitemi della vostra Santa ed adorabile Volontà fino a traboccarne fuori in modo che la mia volontà resti consumata nella vostra, ed allora potrò avere la felicità di non più lottare contro la santa obbedienza. E tu, o santa obbedienza, perdonami se ti muovo sempre guerra e dammi la forza per poterti in tutto placidamente seguire, che delle volte pare che ne abbia tutta la ragione. Come lottare contro di te, come in questo scrivere sul conto del confessore, ma via, facciamo silenzio, non facciamo più indugi ed incominciamo a scrivere.

(3) Siccome il mio confessore passato si trovava molto occupato, molto più che nel corso degli anni che lui mi dirigeva, non potendo lui venire, ci veniva il confessore presente, ma io non ci ho pensato mai che doveva trovarmi nelle mani di questo, molto più che n’ero contenta di quello, e ci aveva tutta la mia fiducia. Quale, circa un anno e mezzo prima che mi fosse confessore, stando nel mio solito stato, il benedetto Gesù mi disse di non essere contento che il confessore non si brigava più del mio interno, e del modo come lui concorreva con Nostro Signore sul mio stato, dicendomi che:

(4) “Quando ci metto nelle mani del confessore anime vittime, il lavorio del loro interno deve essere continuo, perciò digli: O mi corrisponde, o ti metto nelle mani di qualche altro”.

(5) Ed io: “Signore, che dite, chi sarà colui così paziente che dovrà prendersi questa croce di venire ogni giorno a sacrificarsi come questo confessore?”

(6) E Gesù: “Darò lume, nominando il confessore presente, e ci verrà”.

(7) Ed io: “Quanto è impossibile che quello si metterà a prendere questa croce”.

(8) E Gesù: “Sì, ci verrà, e poi, quando non sentirà a Me, ci manderò la mia Madre, e lui che l’ama non le negherà questo favore. Certo che a chi veramente si ama non si rimandano indietro. Però voglio vedere un altro poco che cosa fa questo, e digli tutto ciò che ti ho detto”.

(9) Quando venne il confessore gli narrai tutto, ma poveretto, una nuova occupazione da lui presa lo rendeva impossibilitato ad occuparsi del mio interno, si vedeva proprio che non era la volontà, ma l’impotenza che non poteva occuparsi da me. Quando si lo diceva s’impegnava meglio, e subito ritornava a non brigarsi come prima. Gesù benedetto si lamentava di lui, ed io lo ridicevo al confessore. Un giorno lui stesso mi mandò il padre presente, ed io anche con lui aprii l’anima mia dicendogli tutto ciò che ho 4[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta detto, lui accettò di venire ed io restai meravigliata come aveva detto sì, e dicevo tra me: “Aveva ragione Gesù”. Ma subito cessò la meraviglia, non so dire come, durò appena quanto dura un’ombra che subito sfugge. Vi venne appena due o tre giorni e non si vide più, anche come ombra sfuggì ed io continuavo a starmene nelle mani del confessore passato, adorando le disposizioni di Dio, molto più che io n’ero contenta di quello che tanti sacrifici aveva fatto per causa mia. Dopo che passò circa un altro anno, ed io sentendomi un bisogno di coscienza lo dissi al confessore passato, e mi disse: “Ti mando Don Gennaro”. Cioè il padre presente, investendosi della mia necessità.

(10) Impensierita su di una tempesta successa tra loro, Gesù ha ripetuto: “Non movete le cose, tutto ho disposto Io e tutto ciò ch’è stato fatto, è stato ben fatto”.