(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi vedevo tutta sola ed abbandonata, onde dopo avere molto stentato si è fatto vedere nel mio interno, ed io gli ho detto:
(2) “Dolce mia vita, come sola mi avete lasciato, quando tu mi mettesti in questo stato tutto fu unione, e tutto fu combinato insieme, e con dolce forza tutta a Te mi tirasti. Oh! come si è cambiata la scena, non solo mi hai abbandonato, non solo non mi fai nessuno sforzo per tenermi in quello stato, ma sono costretta a farvi un continuo sforzo per non uscire da questa posizione, e questo sforzarvi è per me un continuo morire”.
(3) E Lui mi ha detto: “Figlia mia, lo stesso ha successo quando nel concistoro della Sacrosanta Trinità si decretò il mistero della Incarnazione per salvare l’umano genere, ed Io unito con la loro Volontà accettai e mi offrii vittima per l’uomo; tutto fu unione tra loro e tutto combinato insieme, ma quando mi misi all’opera vi giunse un punto, specie quando mi trovai nell’ambiente delle pene, degli obbrobri, carico di tutte le scellerataggini delle creature, vi restai solo ed abbandonato da tutti, fin dal mio caro Padre; non solo, ma così carico di tutte le pene come stavo dovevo sforzare l’Onnipotente che accettassi e che mi facesse continuare il mio sacrificio per la salvezza di tutto il genere umano, presente e futuro. E questo l’ottenni, il sacrificio dura ancora, lo sforzo è continuo, sebbene tutto sforzo d’amore, e vuoi sapere dove e come? Nel sacramento dell’Eucaristia; là il sacrificio è continuo, perpetuo è lo sforzo che faccio al Padre ché use misericordia alle creature ed alle anime per ottenere il loro amore, e mi trovo in continuo contrasto di morire continuamente, sebbene tutte morti d’amore. Quindi, non sei tu contenta che ti metta a parte ai periodi della mia stessa vita?”