MaM
Messaggio del 2 marzo 2012:Cari figli, per mezzo dell’immenso amore di Dio io vengo tra voi e vi invito con perseveranza tra le braccia di mio Figlio. Vi prego con Cuore materno ma vi ammonisco anche, figli miei, affinché la sollecitudine per coloro che non hanno conosciuto mio Figlio sia per voi al primo posto. Non fate sì che essi, guardando voi e la vostra vita, non desiderino conoscerlo. Pregate lo Spirito Santo affinché mio Figlio sia impresso in voi. Pregate affinché possiate essere apostoli della luce di Dio in questo tempo di tenebra e di disperazione. Questo è il tempo della vostra messa alla prova. Col Rosario in mano e l’amore nel cuore venite con me. Io vi conduco alla Pasqua in mio Figlio. Pregate per coloro che mio Figlio ha scelto, affinché possano sempre vivere secondo Lui ed in Lui. Vi ringrazio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 4-165 Dicembre 24, 1902 Effetti del patire. Valore della superbia.

(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa, ed ho trovato Nostro Signore che vicino teneva una croce, tutta intrecciata di spine. Onde l’ha preso e me l’ha messo sopra le spalle, comandandomi che la portassi in mezzo ad una moltitudine di gente, per dare prova della sua misericordia e placare la giustizia divina. Era tanto pesante che la portavo curva e quasi strisciandomi. Mentre la portavo Gesù è scomparso, e colui che mi guidava quando sono giunta ad un punto mi ha detto:

(2) “Lascia la Croce e spogliati, ché deve ritornare Nostro Signore e ti deve trovare pronta per la crocifissione”.

(3) Io mi sono spogliata e mi sono ritenute le vesti in mano per la vergogna che la natura sentiva, ed ho detto fra me: “Appena che verrà le lascerò”. In questo mentre è ritornato, e trovandomi con le vesti in mano mi ha detto:

(4) “Neppure ti sei fatta trovare del tutto spogliata per poterti subito crocifiggere, allora la riserveremo un’altro tempo”.

(5) Io sono restata confusa ed afflitta, senza potere articolare parola, e Gesù per consolarmi mi ha presso per mano e mi ha detto:

(6) “Dimmi, che vuoi che ti doni?”

(7) Ed io: “Signore, patire”.

(8) E Lui: “E che altro?”

(9) Ed io: “Non vi so chiedere altro che patire”.

(10) E Gesù: “E amore non ne vuoi?”

(11) Ed io: “No, patire; perché dandomi il patire mi darete più amore, e questo lo conosco per esperienza, che per ottenere le grazie, l’amore più forte e tutto te stesso, non si ottiene per altro che per mezzo del patire, e per meritarmi tutte le tue simpatie, gusti e compiacimenti, unico e solo mezzo è il patire per amor tuo”.

(12) E Lui: “Diletta mia, ti ho voluto provare per riaccendere in te maggiormente il desiderio di patire per amor mio”.

(13) Dopo ciò ho visto persone che si credevano qualche cosa più degli altri, e il benedetto Gesù ha detto:

(14) “Figlia mia, chi innanzi a Me ed innanzi agli uomini si crede qualche cosa, vale niente; e chi si crede niente, vale tutto. Primo innanzi a Me, perché se fa qualche cosa non si crede di farla perché può farla, tiene la forza, la capacità, ma la fa perché ne riceve da Dio la grazia, gli aiuti, i lumi, quindi si può dire che la fa in virtù del potere divino, e chi tiene con sé il potere divino, già vale tutto. Secondo innanzi agli uomini, questo agire in virtù del potere divino la fa operare tutto diversamente, e non fa altro che tramandare luce del potere divino che in sé contiene, in modo che i più perversi senza volerlo, sentono la forza di questa luce e si sottomettono ai loro voleri, ed ecco che anche dinnanzi agli uomini vale tutto. Tutto al contrario chi si crede qualche cosa, oltre che vale niente, ma mi è abominevole alla mia presenza, ed i modi ostentati e distinti che tengono, credendosi loro qualche cosa, beffandosi degli altri, gli uomini li tengono segnati a dito come soggetti di derisione e di persecuzione”.