MaM
Messaggio del 18 marzo 1999:Cari figli! Io desidero che voi affidiate a me i vostri cuori, così che io possa condurvi nella strada che porta alla luce e alla vita eterna. Non voglio che i vostri cuori errino nelle tenebre di oggi. Io vi aiuterò. Io sarò con voi in questa strada in cui si scopre l’amore e la misericordia di Dio. Come madre, vi chiedo di permettermi di farlo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 4-142 Settembre 3, 1902 Dice Gesù: Tutto ciò che meritai nella mia vita, lo cedetti a tutte le creature, in modo speciale e sovrabbondante a chi è vittima per amor mio.

(1) Questa mattina, trovandomi nel solito mio stato, mi sono sentita venire un male naturale, tanto forte, da sentirmi morire. Onde temendo che potessi passare dal tempo all’eternità, e molto più temevo ché il benedetto Gesù appena viene, ed al più ad ombra, ché se ci veniva secondo il solito, io non temeva punto, quindi per fare che mi potessi trovare in buon punto, pregavo il Signore che mi cedesse l’esercizio della sua santa mente per soddisfare ai mali che ho potuto fare coi miei pensieri, i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani, i piedi, il cuore, e tutto il suo sacratissimo corpo per soddisfare a tutti i mali che ho potuto commettere, ed a tutto il bene che doveva fare e non ho fatto. Mentre ciò facevo, il benedetto Gesù è venuto tutto vestito a festa, in atto di ricevermi tra le sue braccia e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto ciò che meritai, cedetti a tutte le creature, in modo speciale e sovrabbondante a chi è vittima per amor mio; ecco che tutto ciò che vuoi ti cedo non solo a te, ma a chi vuoi tu”.

(3) Ed io ricordandomi del confessore gli ho detto: “Signore, se mi portate vi prego di contentare il padre”. E Lui:

(4) “E’ certo che qualche ricompensa ha ricevuto mercé la carità che ti ha fatto; e siccome lui ha cooperato, venendo tu a Me nell’ambiente dell’eternità, altra ricompensa gli darò”.

(5) Il male ingagliardiva sempre più, ma mi sentivo felice trovandomi al porto dell’Eternità. In questo mentre è venuto il confessore e mi ha chiamato all’ubbidienza. Io avrei voluto tacere tutto, ma lui mi ha obbligato di dire tutto, e lui se n’è uscito col solito ritornello di non dover morire per ubbidienza, con tutto ciò il male non cessava.