(1) Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa, e dopo d’essere andata in cerca del mio dolce Gesù, l’ho ritrovato, ma in atto tanto compassionevole, da spezzare il cuore, teneva le mani piagate, attratte per l’asprezza del dolore che non si potevano toccare; io ho fatto per toccare per poter stendergli le dita e rimarginarne le piaghe, ma non ho potuto, ché il benedetto Gesù piangeva per il forte dolore. Allora non sapendo che fare, me l’ho stretto e gli ho detto: “Amante mio bene, è da qualche tempo che non mi avete partecipato i dolori delle vostre piaghe, forse perciò si sono così inasprite; vi prego a farmi parte delle vostre pene, così soffrendo io si possano mitigare le vostre”. Mentre così dicevo è uscito un angelo con un chiodo in mano, e mi ha trapassato le mani ed i piedi, e come conficcava il chiodo nelle mie mani, così si andavano rallentando le dita e restavano rimarginate le piaghe del mio caro Gesù. E mentre io soffrivo, il Signore mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la croce è sacramento; ognuno dei sacramenti contiene i suoi effetti speciali: Chi toglie la colpa, chi conferisce la grazia, chi unisce con Dio, chi dona la forza, e tant’altri effetti; e la sola croce unisce tutti insieme questi effetti producendoli nell’anima con tale efficacia, da renderla in pochissimo tempo simile all’originale da donde uscì”.
(3) Dopo ciò, come se avesse voluto prendere riposo si è ritirato nel mio interno.