MaM
Messaggio del 2 dicembre 2018:Cari figli, quando venite a me come Madre con cuore puro e aperto, sappiate che vi ascolto, vi incoraggio, vi consolo e soprattutto intercedo per voi presso mio Figlio. So che volete avere una fede forte ed esprimerla nel modo giusto. Quello che mio Figlio vi chiede è una fede sincera, forte e profonda. Allora ogni modo in cui la esprimete è valido. La fede è un meraviglioso mistero che si custodisce nel cuore. Essa sta tra il Padre Celeste e tutti i suoi figli. La si riconosce dai frutti e dall’amore che si ha verso tutte le creature di Dio. Apostoli del mio amore, figli miei, abbiate fiducia in mio Figlio! Aiutate a far sì che tutti i miei figli conoscano il suo amore. Voi siete la mia speranza, voi che cercate di amare sinceramente mio Figlio. In nome dell’amore, per la vostra salvezza, secondo la volontà del Padre Celeste e per mezzo di mio Figlio, sono qui in mezzo a voi. Apostoli del mio amore, con la preghiera ed il sacrificio i vostri cuori siano illuminati dall’amore e dalla luce di mio Figlio. Quella luce e quell’amore illumini tutti coloro che incontrate e li riporti a mio Figlio! Io sono con voi. In modo particolare sono con i vostri pastori: col mio amore materno li illumino e li incoraggio, affinché, con le mani benedette da mio Figlio, benedicano il mondo intero. Vi ringrazio!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 4-109 Febbraio 19, 1902 L’anima è come tela che riceve in sé il ritratto dell’immagine divina.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù si faceva vedere nel mio interno che dormiva, spandendo da sé tanti raggi di luce indorati. Contenta di vederlo, ma scontenta insieme per non poter sentire la dolcezza e soavità della sua voce creatrice. Onde, dopo molto aspettare è ritornato a farsi vedere, e vedendo il mio scontento mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nel ministero pubblico, è necessario l’uso della voce per farmi intendere, ma nel ministero privato la sola mia presenza basta per tutto, perché vedermi e capire l’armonia delle mie virtù per copiarle in sé stessa è tutto lo stesso; quindi, l’attenzione dell’anima deve essere nel vedermi e di uniformarsi in tutto alle operazioni interne del Verbo, perché quand’Io tiro l’anima a Me, si può dire, almeno per quel tempo, che la tengo alla mia presenza, che fa vita divina. Essendo la mia luce come pennello per dipingere, le mie virtù vi somministrano i vari colori, e l’anima è come tela che riceve in sé il ritratto dell’immagine divina. Succede come a quei ponti alti, che quanto più alto altrettanto precipita nel basso una pioggia dirotta, così l’anima innanzi alla mia presenza, si mette nello stato che le conviene, cioè nel basso, nel nulla, tanto da sentirsi distruggere, e la Divinità a torrente vi piove la grazia e giunge a sommergerla in Sé stesso, perciò dev’essere contenta di tutto, se parlo, e contenta se non parlo”.

(3) Mentre ciò diceva mi sono sentita come sommergere in Dio, e dopo mi sono trovata in me stessa.