MaM
Messaggio del 25 ottobre 1995:Cari figli! Oggi vi invito ad andare nella natura perché là incontrerete Dio il Creatore. Figlioli, oggi vi invito a ringraziare Dio per tutto ciò che vi dà. Ringraziandolo, voi scoprirete l'Altissimo e tutti i beni che vi circondano. Figlioli, Dio è grande ed il suo amore è grande per ogni creatura. Perciò, pregate per poter comprendere l'amore e la bontà di Dio. Nella bontà e l'amore di Dio Creatore, anch'io sono con voi come un dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 4-62 Marzo 31, 1901 Incostanza e volubilità.

(1) Questa mattina, sentendomi tutta amareggiata mi vedevo ancora così cattiva che quasi non ardivo di andare in cerca del mio sommo ed unico bene, ma il Signore non guardando alle mie miserie, pure si è benignato di venire dicendomi:

(2) “Figlia mia, è a Me che vuoi, ebbene Io sono venuto a rallegrarti, stiamoci insieme, ma stiamoci in silenzio”.

(3) Dopo essere stato qualche poco mi ha trasportato fuori di me stessa, e vedevo che la Chiesa festeggiava il giorno delle palme, e Gesù rompendo il silenzio mi ha detto:

(4) “Quanta volubilità, quanta incostanza! Come oggi gridarono osanna proclamandomi per loro re, un’altro giorno gridarono crocifigge, crocifigge. Figlia mia, la cosa che più mi dispiace è l’incostanza e la volubilità, perché questo è segno che la verità non ha preso possesso di dette anime, ed anche in cose di religione può essere che trovi la sua soddisfazione, il proprio comodo e l’interesse, oppure perché si trova in quel partito, domani possono venir meno queste cose e si può trovare in mezzo ad altri partiti, ed ecco che fuorviano della religione e senza dispiacere si danno ad altre sette. Perché quando la vera luce della Verità entra in un’anima e s’impossessa d’un cuore, non è soggetta ad incostanza, anzi tutto sacrifica per amor suo e per farsi da Lei sola signoreggiare, e con animo invitto disprezza tutto il resto che alla Verità non appartiene”.

(5) E mentre ciò diceva, piangeva sulla condizione della generazione presente, peggiore d’allora, soggetta all’incostanza a secondo che spirano i venti.