MaM
Messaggio del 13 dicembre 1983:Spegnete i televisori e le radio, e seguite il programma di Dio: meditazione, preghiera, lettura dei Vangeli. Preparatevi con fede al Natale! Allora comprenderete ciò che è l’amore, e la vostra vita sarà colma di gioia.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 4-41 Dicembre 25, 1900 Vede la nascita di Gesù.

(1) Trovandomi nel solito mio stato mi sono sentita fuori di me stessa, e dopo aver girato mi sono trovata dentro d’una spelonca, ed ho visto la Regina Mamma che stava nell’atto di dare alla luce il Bambinello Gesù. Che stupendo prodigio! mi pareva che tanto la Madre quanto il Figlio trasmutati in luce purissima, ma in quella luce si scorgeva benissimo la natura umana di Gesù, che conteneva in sé la Divinità, che le serviva come di velo per coprire la Divinità, in modo che squarciando il velo della natura umana era Dio, e coperto con quel velo era uomo, ed ecco il prodigio dei prodigi: Dio ed uomo, uomo e Dio! che senza lasciare il Padre e lo Spirito Santo viene ad abitare con noi e prende carne umana, perché il vero amore non si disunisce giammai. Ora, mi è parso che la Madre ed il Figlio in quel felicissimo istante, sono restati come spiritualizzati, e senza il minimo intoppo Gesù è uscito dal seno Materno, traboccando ambedue in un eccesso d’amore, ossia quei Santissimi corpi trasformati in Luce, senza il minimo impedimento, Gesù Luce è uscito da dentro la luce della Madre, restando sano ed intatto sì l’Uno che l’Altra, ritornando poscia allo stato naturale. Ma chi può dire la bellezza del Bambinello, che in quel momento dal suo nascere trasfondeva anche esternamente i raggi della Divinità? Chi può dire la bellezza della Madre che ne restava tutta assorbita in quei raggi Divini? E san Giuseppe mi pareva che non fosse presente nell’atto del parto, ma che se ne stava ad un’altro cantone della spelonca, tutto assorto in quel profondo mistero, e se non vide cogli occhi del corpo, vide benissimo cogli occhi dell’anima, perché se ne stava rapito in estasi sublime.:

(2) Or nell’atto che il Bambinello uscì alla luce, io avrei voluto volare per prenderlo fra le mie braccia, ma gli angeli m’impedirono, dicendomi che toccava alla Madre l’onore di prenderlo per prima. Onde la Vergine Santissima come scossa è ritornata in sé, e dalle mani d’un angelo ha ricevuto il Figlio nelle braccia, l’ha stretto tanto forte nella foga dell’amore in cui si trovava, che pareva che volesse inviscerarlo di nuovo, poi volendo dare uno sfogo al suo ardente amore, l’ha messo a succhiare alle sue mammelle. In questo mentre io me ne stavo tutta annichilita, aspettando che fossi chiamata, per non ricevere un’altro rimprovero dagli angeli. Onde la Regina mi ha detto

(3) “Vieni, vieni a prendere il tuo diletto e godilo anche tu, sfoga con Lui il tuo amore”. E così dicendo io mi sono avvicinata, e la Mamma e me l’ha dato in braccio. Chi può dire il mio contento, i baci, i stringimenti, le tenerezze? Dopo che mi sono sfogata un poco, l’ho detto: “Diletto mio, voi avete succhiato il latte dalla nostra Mamma, fate a me parte”. E Lui, tutto condiscendendo, dalla sua bocca ha versato parte di quel latte nella mia, e dopo mi ha detto:

(4) “Diletta mia, Io fui concepito unito al dolore, nacqui al dolore, e morii nel dolore, e coi tre chiodi che mi crocifissero, inchiodai le tre potenze: Intelletto, memoria e volontà, di quelle anime che bramano d’amarmi, facendole restare attirati tutte a Me, perché la colpa le aveva rese inferme e disperse dal loro Creatore, senza nessun freno”.

(5) E mentre ciò diceva, ha dato uno sguardo al mondo ed ha cominciato a piangere le sue miserie. Io, vedendolo piangere ho detto: “Amabile Bambino, non funestare una notte sì lieta col vostro pianto a chi vi ama, invece di dare sfogo al pianto, diamo sfogo al canto”. E sì dicendo ho cominciato a cantare, Gesù si ha distratto a sentirmi cantare, ed ha cessato dal piangere, e finendo il mio verso ha cantato il suo, con una voce tanto forte ed armoniosa, che tutte le altre voci scomparivano alla sua voce dolcissima. Dopo ciò, ho pregato il Bambino Gesù per il mio confessore, e per quelli che mi appartengono, ed infine per tutti, e Lui pareva tutto condiscendente. In questo mentre mi è scomparso, ed io sono ritornata in me stessa