(1) Avendo passati parecchi giorni di silenzio tra me e Gesù, e con scarso patire, al più mi pare che volesse continuare a tentarmi, per farmi esercitare un po’ di più di pazienza, ed ecco come:
(2) Nel venire diceva: “Diletta mia, dal Cielo ti sospiro, al Cielo, al Cielo ti aspetto”.
(3) E come lampo sfuggiva. Poi ritornando ripeteva: “Cessa ormai dai tuoi accesi sospiri, che mi fai languire continuamente, fino a venirne meno”.
(4) Altre volte: “Il tuo ardente amore, le tue brame sono ristoro al mesto mio cuore”.
(5) Ma chi può dirle tutte? Mi pareva che aveva voglia di combinare versi, e questi versi delle volte li esprimeva nel cantarli; ma però senza darmi tempo di dirle una parola, subito sfuggiva. Onde, questa mattina avendo messo il confessore l’intenzione di farmi soffrire la crocifissione, ho visto la Regina Mamma che piangeva e quasi contendeva con Gesù, per fare risparmiare il mondo da tanti flagelli, ma Lui si mostrava restio, e solo per contentare la Mamma ha concorso a farmi soffrire. Dopo poi, come se si fosse un po’ placato ha detto:
(6) “Figlia mia, è vero che voglio castigare il mondo, tengo in mano le sferze come percuoterlo, ma è pur vero che se v’interessate tanto tu quanto il confessore a pregarmi ed a soffrire, è sempre un appoggio, e verrete a mettere tanti puntelli come risparmiare il mondo, almeno in parte, altrimenti non trovando nessun appoggio e puntelli, a mano libera mi sfogherò sopra le gente”.
(7) Detto ciò è scomparso.