MaM
Messaggio del 4 luglio 1985:Cari figli, vi ringrazio per ogni sacrificio che avete offerto. Ora vi esorto ad offrire ogni vostro sacrificio con amore. Desidero che voi, pur sprovvisti di mezzi, cominciate ad aiutare con fiducia, e il Signore vi darà della fiducia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 4-8 Settembre 18, 1900 Carità del prossimo. Lo prega che se la portasse al Cielo.

(1) Questa mattina, il mio adorabile Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, e mi faceva vedere i tanti mali che si fanno contro la carità del prossimo, quanta pena facevano al pazientissimo Gesù, pareva che li riceveva Lui stesso; onde tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi fa danno al prossimo fa danno a sé stesso, ed uccidendo il prossimo uccide l’anima sua, e siccome la carità predispone l’anima a tutte le virtù, così non avendo la carità, predispone l’anima a commettere ogni sorta di vizi”.

(3) Dopo ciò, ci siamo ritirati, e siccome da parecchi giorni soffrivo un dolore intenso alle costole, mi sentivo perciò sfinita di forze. Il benedetto Gesù, compatendomi mi ha detto:

(4) “Diletta mia, te ne vorresti tu venire, non è vero?”

(5) Ed io: “Volesse il Cielo, Signore mio, che fosse causa questo dolore come venire a te; come gli sarei riconoscente, come lo terrei caro, e per uno dei miei più fidi amici, ma credo che volete tentarmi come le altre volte, ed eccitandomi coi vostri inviti, restando poi delusa verrete a formare più crudo e straziante il mio martirio. Ma deh! abbiate compassione di me, e non mi lasciate più a lungo sopra la terra, assorbite in voi questo misero verme che ne ho ragione, perché da voi stesso ne uscii”. L’amabile Gesù tutto intenerendosi nel sentirmi, mi ha detto:

(6) “Povera figlia, non temere, che è certo che verrà il giorno tuo in cui resterai assorbita in me, sappi però che le tue continue violenze di venire a me, specie dietro i miei inviti, ti giovano molto e ti fanno vivere nell’atmosfera dell’aria, senza l’ombra di nessun peso terreno; tanto, che tu sei come quei fiori che non hanno neppure la radice dalla terra, e vivendo così sospesa nell’aria, vieni a ricreare il Cielo e la terra, e tu guardando il Cielo, solo di quello ti ricrei, e ti nutrisci di tutto ciò ch’è celeste, e guardando la terra ne hai compassione, e l’aiuti per quanto puoi da parte tua; ma ai riscontri dell’odore del Cielo, avverti subito la puzza che esala dalla terra e l’aborrisci. Potrei metterti forse in una posizione a me ed al Cielo più cara, ed a te ed al mondo più giovevole?”

(7) Ed io: “Eppure, oh Signore mio, dovresti aver compassione di me col non dilungarmi la mia dimora di qua, per le tante ragioni che ne ho; specie poi per i tristi tempi che si preparano; chi avrà cuore di vedere carneficina sì sanguinolenta? E poi, per le continue vostre privazioni, che mi costano più che la morte”. Mentre ciò dicevo, ho visto una moltitudine di angeli intorno a Nostro Signore, che dicevano:

(8) “Signore nostro e Dio, non fatevi più importunare, contentatela, noi con ansia l’aspettiamo. Feriti dalla sua voce siamo venuti qui per ascoltarla, e siamo impazienti di portarla con noi. E tu, oh! eletta, vieni a rallegrarci nel nostro celeste soggiorno”.

(9) Il benedetto Gesù, commosso, pareva che volesse condiscendere, e mi ha scomparso, e trovandomi in me stessa mi sentivo più accresciuto il dolore, tanto che spasimavo continuamente; ma non capivo me stessa per il contento.