(1) Avendo passato un giorno inquieta, mi sentivo tutta piena di tentazioni e peccati. Oh! Dio, che pena straziante è l’offendervi! Facevo quanto più potevo a starmene in Dio, a rassegnarmi al suo Santo Volere, a offrirgli per amor suo quello stesso stato inquieto, a non dar retta al nemico mostrandomi con somma indifferenza, acciocché non l’avessi io stessa aizzato a tentarmi maggiormente, ma con tutto ciò non potevo fare a meno di sentire il bisbiglio che il nemico mi suscitava intorno. Onde, trovandomi nel solito mio stato, non ardivo di desiderare il mio diletto Gesù, tanto mi vedevo brutta e miserabile. Ma Lui, sempre benigno con questa peccatrice, senza che lo chiedessi è venuto, e come se mi compatisse, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, coraggio, non temere. Non sai tu che certe acque fredde ed impetuose sono più potenti a purgare da ogni minimo neo, che lo stesso fuoco? E poi, tutto si converte in bene per chi veramente mi ama”.
(3) Detto ciò, è scomparso, lasciandomi rincuorata, si, ma debole, come se avessi sofferto una febbre.