(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo desiderando e cercando il mio amante Gesù. Onde dopo averlo lungamente aspettato, è venuto e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, perché mi cerchi fuori di te, mentre potresti ritrovarmi più facilmente dentro di te? Quando tu mi vuoi trovare, entra in te, giungi fin nel tuo nulla, ed ivi, senza di te, nel brevissimo giro del tuo nulla, scorgerai le fondamenta che ha gettato in te e le fabbriche che ha innalzato in te l’Essere Divino. Guarda e vedi”.
(3) Io ho riguardato ed ho visto le solide fondamenta e le mura altissime, che giungevano fino al cielo, ma quello che mi faceva stupire era che vedevo che il Signore aveva fatto questo bel lavoro sopra del mio nulla, e le mura erano tutte murate, senza nessuna apertura. Si vedeva solo alla volta un’apertura, che corrispondeva solo al Cielo, ed in questa apertura vi risedeva Nostro Signore, sopra d’una colonna stabile, che sporgeva dalle fondamenta formate sul nulla. Ora, mentre me ne stavo tutta stupita a guardare, il benedetto Gesù ha soggiunto:
(4) “Le fondamenta formate nel nulla, significa che la mano divina opera là, dove c’è il nulla e mai vi mescola le sue opere con le opere materiali. Le mura senza aperture all’intorno, è che l’anima non deve avere nessuna corrispondenza con le cose terrene, tanto, che non ci sia nessun pericolo che vi possa entrare neppure un poco di polvere, perché tutto ben murato. La sola corrispondenza che danno queste mura è per il Cielo, cioè, dal nulla al Cielo, dal Cielo al nulla, ed ecco il significato dell’apertura fatta nella volta. La stabilità della colonna è che l’anima è tanto stabile nel bene, che non c’è vento contrario che la possa muovere. Ed Io che vi risiedo sopra, è indizio certo che tutta divina è l’opera fatta”.
(5) Chi può dire quello che comprendevo su di ciò? Ma la mia mente si perde e non sa dirne nulla. Sia sempre benedetto il Signore e sia tutto per sua gloria ed onore.